Attenzione alle percentuali!

0
143

Guardo un po’ tutto, in televisione: o in diretta, oppure mi cerco i programmi che mi interessano sui vari siti che li ripropongono. Questa settimana mi è capitato di assistere ad una puntata di Striscia la Notizia, con un servizio di Max Laudadio sui costi dei medicinali: si paragonava il prezzo unitario in Italia con i prezzi nelle altre Nazioni

Sto collaborando da alcuni mesi con l’Istat e con le loro iniziative, tra le quali il Festival della Statistica e Demografia che si è tenuto a settembre a Treviso, e quindi pongo maggiore attenzione del solito ai numeri, in particolare alle percentuali.

Ecco allora il resoconto del servizio sul costo del Paracetamolo in alcune nazioni: in Italia 4,20 euro la confezione, corrispondenti a 0,210 euro a compressa. Invece in Svizzera il costo unitario risulta essere 0,145, in Francia 0,136, in Germania 0,089, in Canada 0,069, nel Regno Unito 0,058, in Olanda 0,039, in Spagna 0,033, in Turchia 0,027 e infine in Albania 0,021. Bisogna aggiungere che la confezione canadese contiene 150 compresse, quindi il costo del contenitore viene ammortizzato meglio dal numero maggiore di pastiglie, ma non era questo il fatto interessante. La cosa che mi ha incuriosito è la percentuale che accompagnava i dati, commentata dall’inviato: quando è stato detto che “in Germania costa il 135% meno che in Italia, in Canada il 204% in meno… in Albania il 900% di meno” mi sono reso conto che qualcosa non quadrava.

Come ho scritto alla Redazione subito quella sera, una percentuale maggiore di 100 non ci può essere in frasi simili a quelle citate: se un vestito costa 70 euro, e poi da un’altra parte costa il 100% di meno, vuol dire che me lo danno gratis. Più del 100% in meno non può essere. In altre parole, anche un’azione in borsa potrebbe aumentare di valore del 1000%, ma al massimo può scendere del 100%, se perde tutto il suo valore e arriva a 0.

Tengo a far notare che subito il giorno successivo Striscia è stata correttissima, e ha precisato che c’erano state delle inesattezze, e la frase corretta non era “in Germania costa il 135% meno che in Italia”, ma “in Italia costa il 135% più che in Germania”, è analogamente per le altre percentuali.

Quindi facciamo attenzione a tutte le statistiche che leggiamo o vediamo in tv: se per passare da 1 a 2, l’aumento è del 100%, per passare da 2 a 1, il calo è del 50%, e soprattutto il pericolo di fare confusione è sempre in agguato.


Giorgio Dendi