Banche Centrali ed eccitazione sui tassi

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Le pressioni inflazionistiche continuano a mordere e si moltiplicano i segnali di diverse banche centrali in direzioni di politiche monetarie più restrittive o al margine meno accomodanti

 Procedendo in ordine cronologico la settimana si è aperta con la decisione della Banca Centrale russa di alzare i tassi di 75 bps al 7.5%, superando perfino le attese del mercato. In Europa invece il nuovo capo economista della Bank of England Pill ha chiarito in un intervento che le misure di emergenza non sono più necessarie, aggiungendo però che non è necessario introdurre una politica monetaria restrittiva. A novembre resta possibile, ma non certo, un rialzo dei tassi. Secondo Pill “c’è un po’ troppa eccitazione nel mercato dei tassi”.

Sull’altra sponda dell’Atlantico, l’annuncio della fine del programma di acquisti da parte della Bank of Canada si è rivelato un fulmine a ciel sereno: l’aspetto più importante è, tuttavia, la segnalazione prospettica di un possibile rialzo dei tassi già nella prima metà del 2022. Queste mosse non erano attese dal mercato che, colto alla sprovvista, ha reagito con un balzo di 18 bp del 2 anni canadese (con impatto anche su quello USA) e un rafforzamento del dollaro canadese. Movimenti violentissimi si sono registrati anche sulla curva dei tassi australiana equamente distribuiti su tutte le scadenze (2Y a 0.71% e 10Y a 2.08%, a metà anno era a 1.18%).

Nella prima parte della settimana il mercato ha reagito con cali dei rendimenti sulle parti lunghe delle curve, con la tendenza di queste ultime ad appiattirsi (proprio in scia al timore del rallentamento economico causato da inflazione elevata e strozzature all’offerta) e con l’esplosione delle attese di inflazione (breakeven rate). Questo ha significato un uguale calo dei tassi reali con nuovi minimi, cosa che non è dispiaciuta agli asset rischiosi.

Probabilmente in questa fase il positioning estremamente corto sul treasury ha fatto la sua parte. Dopodiché nella seconda parte della settimana il mercato è ripartito con un movimento uguale e contrario sui nominali a prezzare inflazione forte, con una risalita ancor più forte sui tassi reali (e compressione delle attese). Grande attenzione sarà da prestare al movimento appena iniziato sui tassi reali.