Blackness. Storie e musiche dell’universo afroamericano

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Blackness. Storie e musiche dell’universo afroamericano
di Carlo Babando
Prefazione Enrico Brizzi
con un’intervista a u.net (Giuseppe Pipitone)

288 pagine illustrate, 20 euro
In uscita il 20 agosto 2020. Odoya edizioni collana Odoya Cult Music

Per comprendere ogni cosa, tuttavia, il più delle volte vi basterà mettere in cuffia il vostro brano preferito, non ha importanza che si tratti di soul, jazz o rap. È così che funziona: l’incantesimo del dolore e della speranza che si riverberano lungo le correnti del tempo, come cerchi sull’acqua dell’oceano. Lo vedrete scorrere, una volta ancora, tra Africa e America.

Black music matters: Blackness è il libro che si trova al crocevia tra storia e musica del popolo afroamericano. È una serie di piste tra le strade di New York e New Orleans, certo, alla scoperta della nascita di alcune sonorità, ma anche in Mali, nell’africa Subsahariana e alla ricerca delle radici di rhythm and blues, soul, funk, rap e anche un po’ del jazz e del blues (anche se questi vengono solo accennati per non esagerare l’ambito). Un instant book all’epoca del black lives matters? Neanche per sogno: Babando studia e rielabora questi temi da molto, molto tempo e il progetto di questa pubblicazione è precedente. Però se c’è un libro in grado di spiegare al pubblico italiano i vari rivoli che hanno contribuito a creare quella che chiamiamo black music e come questa sia al contempo messaggio politico, identità e intrattenimento, questo è quel libro. L’intero movimento conseguito alla morte di Geogre Floyd è segno di “un passato che non passa”, per questo il primo capitolo è dedicato alla storia e si ambienta in Africa e su alcune turpi navi. Ma come si arriva alla musica (Musica, macro capitolo 2) “via catene arrugginite, violenze varie e morti premature”? Un punto di inizio furono probabilmente i field hollers e le work songs, le chiese un terreno di coltura per lo sviluppo dell’incontro con le sonorità europee da qui il gospel che prelude finalmente al soul. Ecco un esempio delle strade musicali percorse in questo libro.
E poi c’era una volta il doo wop, musica cantata a cappella, “incastri vocali” articolati, ma di facile comprensione: nessun campo di cotone né messaggio politico, ma un’ambientazione urbana in cui vigeva ancora la segregazione e il KKK non era un ricordo, ma dall’altro lato la gioia di juke box e brillantina e una geniale attitudine al do it yourself. E ancora funk, soul, l’R&B e il rap. L’autore “non se la tira” e fornisce una guida ai pezzi più importanti perché il libro è dedicato a tutti, anche ai ragazzi e ai non esperti. Non mancano quindi gli artisti per nome, album e cognome noti e meno noti dai Jackson Five, all’iconico Gill Scott-Heron fino a Marvin Gaye a cui Babando ha dedicato una bella biografia.
E oggi? Oggi con finalità eterogenee alcuni fatti musicali della black culture vengono riscoperti. Dal Pulitzer a Kendrick Lamar, l’album Lemonade di Beyoncé e le ritrovate sonorità cosmic del sax di Kamasi Washington che fanno tanto Archestra, questo libro ancora una volta ricompone il mosaico dei rimandi tra fenomeni freschi e antichi in cui lustrini, balletti e messaggio stanno insieme a volte forse a discapito della stessa rivendicazione politica.
Per impreziosire il volume una conversazione con Marco Manetti e con l’esperto di cultura hip hop Giuseppe Pipitone in arte u.net.
Un libro che parte da lontano e tematizza il presente, scritto durante i giorni più caldi delle proteste per l’omicidio di George Floyd, dalla prosa colta e scattante, tutto da leggere, citare, conservare, consultare. Illustrato as usual.

CARLO BABANDO (1986) è giornalista, scrittore e docente di letteratura italiana e storia. Ha collaborato con le riviste Mucchio Selvaggio ed Extra e, dal 2014, firma recensioni e retrospettive sulle pagine di Blow Up, curando una rubrica mensile interamente dedicata alla cultura afroamericana. È coinvolto nel collettivo che ruota intorno alla realtà bolognese “Semm Music Store”, lavorando a vario titolo nel campo della musica, della radio e della televisione. È autore dell’unica biografia italiana dedicata a Marvin Gaye.