“Che aria tira” fra summit UE e post-covid? L’opinione di Ghisolfi martedì sulla 7

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L’esponente europeo e mondiale delle Casse di Risparmio e saggista economico per famiglie, ospite di Myrta Merlino alle 12 in punto
Nel frattempo, le graduatorie nazionali del sito web IBS confermano il massimo indice di gradimento per le opere della sua quadrilogia finanziaria

“Che aria tira” per l’economia italiana, fra summit a Bruxelles e (faticosa) ripartenza interna post-coronavirus? Sui temi della grande attualità sociale e finanziaria, Beppe Ghisolfi è stato invitato a intervenire, martedì prossimo 21 luglio a mezzogiorno in punto, nel seguito programma condotto da Myrta Merlino sulla 7 e nel quale egli è da molto tempo ospite opinionista gradito e richiesto. “Il solo Banchiere che ci metta la faccia in tv”, ebbe a dire la stessa conduttrice Merlino in occasione della puntata dedicata alle complicate procedure di legge, assai confuse ed erronee nella distinzione fra rilascio di garanzie statali e rilascio di liquidità monetaria reale, in materia di prestiti emergenziali alle imprese.
Il rappresentante italiano del Gruppo europeo e mondiale delle Casse di risparmio, e saggista finanziario per famiglie, autore di video giornalieri divenuti popolari su Youtube per la chiarezza esplicativa sugli argomenti e sui termini in voga nella politica nazionale ed europea, avrà al proprio attivo di acuto analista i risultati del summit del Consiglio europeo tuttora in corso a Bruxelles – e contrassegnato dal continuo braccio di ferro tra Italia e Paesi nordici sull’entità del “Recovery fund” e sul peso specifico del fondo perduto rispetto ai prestiti – e i primi bilanci del non facile ritorno alla normalità dell’Italia, fra soldi non ancora arrivati e posti di lavoro venuti meno, dopo quattro mesi di blocco totale o parziale di pressoché tutte le attività produttive e sociali.
La pandemia ha fatto emergere, per coloro che se lo possono ancora permettere, una ancora più spiccata tendenza a immobilizzare a risparmio ogni euro ricevuto, a causa delle ridotte attese verso il futuro, e l’importanza dell’educazione finanziaria come leva per la riaccensione dei motori della fiducia oggi ai minimi, attraverso il contributo che tale materia può dare alla maggiore trasparenza dei mercati reali e dei capitali.