Ci vogliono anni per costruire un ponte, e solo un attimo per demolirlo

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E mentre ai Benetton è bastato non manutentarlo, a Grillo è bastato bombardarlo

Era già messo male, alcuni piloni erano caduti, ma non erano portanti. C’era la volontà di ristrutturarlo, un bravo architetto era stato chiamato per rinforzarlo dalla base, renderlo più sicuro e più duraturo, essendo un po’ logoro per il tempo e le continue aggressioni esterne.

Ma al vecchio costruttore è saltato l’embolo e ha preferito buttare qualche bomba a cazzo di cane e demolirlo. Non sono chiari i motivi. Vanno dalla premeditazione criminale alla psicotica volontà distruttiva, fino alla inconsapevolezza per un ego troppo ipertrofico. Fatto sta che quel ponte dei desideri, che stava collegando il Paese sognato a quello reale, pur fra tanti demolitori, è crollato.

La gente si chiede se sarà possibile ricostruirlo, pietra su pietra, utilizzando gli stessi mattoni, o farne uno nuovo, con quel bravo architetto, che conservi però l’idea iniziale che era tanto piaciuta a chi l’attraversava, con le modifiche necessarie per non perdere piloni e non farlo vacillare. Se utilizzare gli stessi mattoni o meno, sta al bombarolo deciderlo.

Che lo faccia in fretta, però. O si ritroverà come i pensionati, con le mani dietro la schiena, che passano le giornate a guardare gli operai al cantiere, mentre si costruisce un nuovo ponte. Io sarò tra quegli operai, perché ho fiducia in quell”architetto e non voglio vedere a pezzi il ponte dei desideri.