Coronavirus, Conte: “Il governo non può assicurare l’immediato ritorno alla normalità”

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Nel suo intervento in aula il premier ha rivendicato la costituzionalità delle decisioni prese e ha messo in guardia le regioni da “iniziative improvvide” che rischierebbero di “compromettere in maniera irreversibile gli sforzi” sinora compiuti.

“Lo dico in maniera chiara, a costo di apparire impopolare. Il governo non può assicurare in modo immediato il ritorno alla normalità”, ha dichiarato Conte durante il suo intervento alla Camera dei Deputati.

“Non possiamo permettere che gli sforzi compiuti risultino vani per imprudenze compiute in questa fase così delicata. Qualsiasi atteggiamento ondivago, come passare dalla politica del “chiudiamo tutto” al “riapriamo tutto”, rischierebbe di compromettere in maniera irreversibile questi sforzi”, ha proseguito.

Il premier ha poi citato il rapporto del comitato tecnico-scientifico, presieduto dal professor Silvio Brusaferro, presidente del Iss, un documento “che non è segreto, stima che la riapertura totale al 4 maggio porterebbe a un rischio elevatissimo di ripresa del contagi”.

“Se il tasso R0 tornasse vicino a 1 si saturerebbero le terapie intensive entro fine anno”, ha precisato.

Il rapporto, pubblicato martedì scorso da AdnKronos, stima una saturazione delle sale di terapia intensiva in tempi rapidi, in caso di riapertura totale. Con un “liberi tutti”, secondo gli scienziati, l’indice R0 si alzerebbe a 2,25, provocando una nuova ondata dell’epidemia con un numero elevato di contagi, per cui sarebbero necessarie oltre 150 mila posti in terapia intensiva entro giugno. Attualmente ce ne sono 9.000.

Il piano del governo “persegue l’interesse generale anche con misure impopolari, non è un programma elettorale destinato a raccogliere il consenso. Dal primo giorno abbiamo avuto ben chiaro la tutela della salute”, ha ricordato Conte.

Il premier ha poi annunciato una serie di provvedimenti nel mese di maggio, come l’effettuazione di 150 mila test sierologici su un campione selezionato dall’Istat. Verranno poi elaborate delle misure per agire tempestivamente in caso di nuovi focolai, mirate a specifici territori.

Inoltre, “se nei prossimi giorni la curva dei contagi non dovesse crescere allenteremo ulteriormente le misure assicurando l’apertura in sicurezza del commercio al dettaglio, della ristorazione, dei servizi alla persona”, ha annunciato Giuseppe Conte.

Le misure di sostegno

Il presidente del Consiglio, parlando del prossimo decreto legge sulle misure economiche, ha detto che i provvedimenti del Cura Italia verranno rafforzati e prolungati.

Le risorse destinate al lavoro e al sostegno al reddito, come cassa integrazione, indennizzi per colf e badanti, ammontano a 25 miliardi. Inoltre verrà riconosciuto un indennizzo per le province più colpite dal Covid-19.
Il rispetto della Costituzione

“Stiamo affrontando un’emergenza che non ha precedenza nella storia repubblica, siamo costretti a riconsiderare modelli di vita, a rimeditare i nostri valori, a ripensare il nostro modello di sviluppo. Sono giorni in cui è vivace il dibattito, anche critico, sulle decisioni assunte. La vivacità rileva la forza e la vitalità del nostro sistema democratico”, ha detto il premier.

Conte ha poi precisato che il governo non ha mai proceduto per via “estemporanea, improvvisata”, ma “c’è stato accurato bilanciamento di tutti gli interessi e i valori coinvolti, buona parte dei quali di rango costituzionale”. La discussione con “i membri del governo, forze di maggioranza, parti sociali ed enti territoriali” è stata “ampia” ed è avvenuta attraverso una “cabina di regia”.

“Anche il Parlamento è stato costantemente e doverosamente informato”, ha detto il presidente del Consiglio.