Coronavirus: Meluzzi, ‘non negare sacramenti, più spazio in Chiesa che al supermercato’

0
65
meluzzi
meluzzi

“L’interruzione delle cerimonie religiose nelle chiese è fondamentalmente un errore. Non tanto per la Chiesa in sé quanto per i sacramenti. Credo che negarli al popolo cristiano sia uno sbaglio enorme”. A parlare con l’Adnkronos nella Domenica di Pasqua è Alessandro Meluzzi, psichiatra, criminologo, accademico, saggista, volto noto della tv, oltre che religioso nonché Primate della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala. Un errore perché? “Per vari ordini di ragioni – spiega -Il primo è che le chiese sono chiuse, ma i supermercati sono aperti. E direi che i dati sulla circolazione d’aria forzata al loro interno non sono necessariamente migliori di quelli delle immense chiese con soffitti molto alti e ottima aerazione. Chiese alle quali, dunque, si potrebbe tranquillamente accedere anche mantenendo una grande distanza”.

Dopo Paolo Brosio, quindi, anche Meluzzi, nel giorno in cui Papa Francesco parla della consolazione che sgorga dai Sacramenti, specialmente l’Eucaristia e la Riconciliazione, si schiera apertamente a favore della riapertura delle chiese e della ripresa della vita rituale legata alla fede. “Quello che rende diverso il Cristianesimo da forme di spiritualità personalissime anche rispettabili come la meditazione, lo yoga e lo zen – osserva il professore – è che non è una pratica spirituale di evoluzione personale: questa è l’agnosi. Il Cristianesimo è innanzitutto un ‘sacramentum’, che è la traduzione latina della parola greca ‘mysterion’. Cioè mistero per il quale carne e sangue di Cristo si fanno attraverso la consacrazione del pane e del vino, mediante il quale ci si redime e ci si purifica attraverso l’acqua del Battesimo. E parliamo di sacramenti iniziatici e tutti pasquali, quali l’eucarestia. Quindi, il Cristianesimo è tutto questo: qualcosa che passa attraverso il corpo, la materia, e l’incontro tra le persone”, se pure alla distanza di legge. “E questo potrà forse inquietare i virologi”.

Sul web intanto aumentano le visualizzazioni dei canali YouTube che esaltano le profezie dei santoni. E Meluzzi su questo ha le idee chiare: “bisogna sempre distinguere i mistici dai santoni-cialtroni. Certamente l’umanità, che ora deve confrontarsi con transizioni difficili, va alla ricerca di sicurezze, o addirittura di amplificazione delle proprie angosce. Accade in situazioni critiche quali guerre, grandi crisi, cataclismi naturali. Periodi in cui c’è un’ampia fase di accelerazione storico-culturale, per via della quale non è poi così strano che la gente vada alla ricerca delle dinamiche del senso che spesso sta nella zona di una spiritualità che la nostra civiltà materialista, positivista, meccanicista tende a nascondere”.

E a chi legge la pandemia e le sue conseguenze alla stregua di un castigo di Dio per gli errori compiuti dall’uomo, il Professor Meluzzi ribatte: “Non credo mai, come dire, nel fatto che Dio possa essere un indice della sfiga, almeno in questi termini. E di certo non è neanche un Dio vendicatore. Come Sant’Agostino ha chiarito bene, Dio non vuole il male, ma lo permette. Direi che il male è innanzitutto la conseguenza di una libertà mal utilizzata”. Detto questo, “adesso mi concentrerei di più su quanto di bene si può fare per ciascuno e per la comunità nell’insieme. Questo è il vero contenuto del Vangelo, ed è il mistero della Croce alla quale segue sempre la Risurrezione”.

Dal punto di vista sociale, qual è la fotografia della situazione in atto? “Questa emergenza ha tre aspetti – osserva – Il primo legato alla paura, che è inevitabile in una situazione in cui ci sono naturalmente anche dei rischi consistenti almeno per una parte significativa della popolazione, soprattutto glia anziani ma non solo. La seconda è legata a un problema immenso di natura economica, perché il blocco generalizzato produce danni probabilmente irreparabili per una rete di professionisti, partite iva, piccole Aziende. Il terzo è di tipo geopolitico, perché mette in atto delle dinamiche che hanno a che vedere con equilibri consolidati o mal consolidati come quelli dell’Europa”.