Covid, anticorpi monoclonali: a cosa servono esattamente

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Da qualche settimana si parla della terapia monoclonale come di un valido strumento nella cura dei pazienti affetti da Covid-19, dopo che diversi studi preliminari condotti nei mesi scorsi (come quello intitolato “Storm Chaser”, dell’University College London Hospitals NHS trust) hanno dimostrato che può ridurre il rischio ospedaliero fino al 70%.

Innanzitutto, con “anticorpo monoclonale” si intende un anticorpo sintetico, prodotto quindi in laboratorio e tale e quale a quelli presenti nell’organismo umano, fondamentali della risposta immunitaria a un virus, un batterio o una tossina. Nel caso dell’infezione da coronavirus Sars-CoV-2, sono stati ricreati partendo dal plasma di chi ha contratto il Covid-19 ed è poi guarito

Ieri, poi, la Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ha dato il via libera ai farmaci a base di anticorpi monoclonali in Italia.

Due i farmaci a cui è stato dato l’ok per il momento: quello sviluppato da Regeneron (casirivimab o imdevimab, lo stesso usato in autunno su Donald Trump e in grado, stando a quanto recentemente reso noto dalla stessa azienda, di ridurre del 50% il rischio di contrarre l’infezione) e quello prodotto da Eli Lilly (bamlanivimab, in grado di abbassare del 72% il rischio di ospedalizzazione).

Entrambi, secondo le indicazioni dell’Aifa, possono essere utilizzati solo se somministrati a pazienti in fase precoce dell’infezione ma con alto rischio di evoluzione e aggravamento, infettati da poco e non ospedalizzati, nell’arco di 72 ore (quindi mentre l’organismo si trova a dover combattere contro una carica virale molto elevata).

“Con le dosi di vaccino che tardano ad arrivare, le categorie e gli ambienti più a rischio potrebbero trovare negli anticorpi monoclonali la protezione contro il Covid di cui hanno bisogno”, ha commentato Giuseppe Novelli, genetista dell’università Tor Vergata di Roma, impegnato nella ricerca di anticorpi monoclonali contro il coronavirus.

“Gli anticorpi monoclonali – ha continuato – sono farmaci precisi, intelligenti e accurati che conosciamo da anni, e che oggi rappresentano l’unica arma farmacologica di cui disponiamo al momento contro il coronavirus. Sono i cosiddetti ‘farmaci biologici’, usati contro malattie come l’artrite reumatoide e, soprattutto, contro i tumori”.