Da quando non gioco più la domenica, mi dedico a vedere giocare gli altri con grande invidia

0
52

Il minimo che possa fare è continuare a seguire il calcio, perché ho una passione e un amore infinito verso questo sport.
Nonostante siano passati tanti anni da “quando Baggio non gioca più”, sento ancora tanto affetto da parte della gente, è strano, perché adesso ci sono tanti campioni ed è una cosa che non riesco a capire. Forse perché ho cercato in questi anni di donare la mia esperienza agli altri, sopratutto ai più giovani, per far si che superino i propri limiti.
Mi sento uno fortunato, però delle volte ho pensato di smettere di giocare, in particolare durante i miei mille infortuni ed operazioni. Tra l’altro i miei tempi di recupero erano più lunghi perché sono allergico agli antinfiammatori.
Pensi di smettere perché ti sale lo sconforto, non ti spieghi perché questi incidenti accadono proprio a te. Poi però passa tutto perché l’amore per il calcio prevale su tutto.

Mi capita ancora di sognare di notte, quella maledetta partita contro il Brasile del ’94.
Vorrei rigiocarla. È un qualcosa che non cancellerò mai. Però ho imparato tanto anche da quella situazione negativa.
Con Mazzone avevo un rapporto speciale, è stato un grandissimo allenatore e sopratutto una persona meravigliosa che, forse, nel calcio sarà difficile rivedere.
Il calcio mi ha regalato delle emozioni talmente forti che, per carattere, preferisco tenerle per me.
Il mio codino “divino” lo conservo a casa, è un ricordo della mia giovinezza, ora sono troppo grande per avere certe acconciature”.

Il 28 dicembre 1993 Roberto Baggio vinceva il suo primo pallone d’oro. Il resto è storia. ❤
L’immagine può contenere: 1 persona, con sorriso                                                                                    FONTE CALCIO TOTALE FACEBOOK