Draghi essenziale, indispensabile. Draghi è vitale. È come l’aria

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Quest’anno, iniziato tra mille difficoltà per gli italiani alle prese con il caro bollette e quello che è un lockdown di fatto, porta con sé anche molte scadenze tra riforme da approvare e target di spesa da raggiungere come richiesto dall’Europa.
Draghi sa bene di non aver neanche iniziato ad affrontare i problemi strutturali che comportano rallentamenti e inefficienze. Sa bene che ci sarebbe stato tanto da fare, sa di aver perso tempo. Sa che il decreto emanato ieri non serve quasi a niente, che ci vorrebbe uno scostamento di bilancio per non asfissiare produzione e consumi. Tutto questo avrebbe bisogno di un decisore coraggioso e di una maggioranza di governo attiva e non piegata su se stessa e sul proprio carrierismo.
Ed è anche l’occasione per il delitto perfetto. Uccidere la politica, come ha preannunciato di voler fare in una sua recente conferenza stampa.
Se Draghi diventasse il Presidente della Repubblica e proponesse un nuovo governo la forza politica che si scaverebbe definitivamente la fossa sarebbe proprio il M5S.
Draghi, con tutto il suo pregresso, che lascia in solitudine famiglie e imprese in difficoltà, Draghi che non fa niente per scuola, trasporti e tutto il resto. Draghi che ignora i partiti e che ha già delineato nei documenti di bilancio il rientro dal debito con provvedimenti lacrime e sangue non può essere il Presidente della Repubblica espresso dal M5S. Ma se il resto del Parlamento dovesse eleggerlo, il M5S dovrebbe portare avanti un suo nome e non cedere alla smania di proclamarsi vincente pur avendo di fatto perso.
Ugualmente inaccettabile sarebbe un altro governo costruito nei palazzi.
Il leader del M5S è stato cacciato dai capricci renziani che trovarono sponda sulla personalità di Draghi unico, a loro avviso, capace di far riprendere l’Italia in affanno. A distanza di un solo anno, con niente di risolto, non c’è alcuna ragione per cui il M5S dovrebbe accettare di dare l’appoggio al quarto governo di questa legislatura. Il rispetto minimo per il proprio presidente dovrebbe passare per il rifiuto categorico di ogni altro premier e di ogni altra maggioranza. Il M5S deve difendere se stesso con determinazione, a qualsiasi costo. L’unica strada giusta e quella meno conveniente ma più lungimirante: le elezioni.