Come ampiamente atteso la FED ha deciso di mantenere i tassi invariati e non modificare l’attuale ritmo degli acquisti di Treasury e MBS ($120 mld/mese). Tuttavia, il messaggio è parso indicare che ognuno dei prossimi FOMC da qui a fine anno può essere buono per annunciare che ci sono le condizioni per un tapering da far partire probabilmente ad inizio del 2022. Questa posizione è stata un po’ ammorbidita dalla considerazione che c’è ancora “terreno da recuperare”, e che il Comitato vuol vedere dei numeri occupazionali “forti” per giungere a questa conclusione e allentare il supporto.
In altre parole: la FED ha riconosciuto che l’economia ha fatto “parte dei progressi verso gli obiettivi” (non sostanziali però) per raggiungere i quali erano state varate le nuove misure e il comitato continuerà a monitorare gli sviluppi nelle prossime riunioni. Questo vuol dire che l’esame è “già iniziato” e il comitato comincia a preparare il tapering, la riduzione futura degli acquisti, discutendo (come ammesso da Powell) come potrebbero essere rivisti, sempre quando le condizioni economiche lo permetteranno. I cambiamenti saranno segnalati con largo anticipo: ipotizziamo due riunioni, per cui settembre potrebbe essere una data possibile.
Il mercato ha dato tuttavia un’interpretazione “dovish”, dato che la strada da fare per il mercato del lavoro (visto che l’inflazione “non è vera” ma transitoria anche se più persistente del previsto) è ancora lunga e gli ultimi dati non sono troppo incoraggianti. Finché la Fed continuerà a non ritenere che l’occupazione sia vicina al suo livello massimo quella porta resterà aperta a favorire ancora un atteggiamento accomodante.