I TEDESCHI SONO NEI GUAI

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Cifre spaventose di contagi da Covid, rallentamenti, blocchi nelle catene di approvvigionamento e il balzo in avanti dei costi dell’energia

la Germania non solo non corre più, ma anzi le stime sulla ripresa di Berlino si stanno abbassando paurosamente. Lo scrive Pierluigi Menniti sulle pagine di Start Magazine.

“Spostando la ripresa più in là. Potrebbe essere il titolo della serie di stime sull’economia tedesca che l’Ifo sta pubblicando periodicamente dall’inizio della pandemia. Quelle sfornate martedì ribassano le stime precedenti, come ormai avviene da qualche mese. Dopo il confermato +2,5% di quest’anno, il Pil della Germania crescerà “solo” del 3,7% nel 2022, un taglio di quasi un punto e mezzo rispetto al +5,1% pronosticato nel rapporto precedente di settembre – scrive Pierluigi Menniti su Start Magazine –.

Si sposta così in avanti la ripresa più robusta dopo la crisi del 2020, segnata dal momento di maggiore impatto sull’economia del Covid, con i lockdown pieni e prolungati, la sospensione di molte attività industriali, il blocco quasi completo dei servizi. Doveva essere il 2022 l’anno della svolta decisa, sarà invece il 2023, a patto che la pandemia venga davvero arginata.”

La quarta ondata pandemica, spiega Menniti, è l’elemento aggiuntivo rispetto ai problemi che già si erano affacciati nei mesi precedenti, come i rallentamenti e i blocchi nelle catene di approvvigionamento e il balzo in avanti dei costi dell’energia. La campagna di vaccinazione partita con buono slancio aveva fatto immaginare che le emergenze legate al Covid sarebbero state messe alle spalle. Ma la campagna si è arenata con l’estate e all’inizio dell’autunno la Germania si è ritrovata con una percentuale di immunizzati tra le più basse dei paesi europei. Con diseguaglianze regionali molto forti: nei Land dell’est la quota è risultata al di sotto del 60%, una fascia di popolazione scoperta troppo ampia per poter gestire il ritorno previsto dei contagi autunnali.

“Le strozzature nelle filiere internazionali sono l’altro fattore che sta rallentando notevolmente l’economia tedesca”, ha confermato il direttore economico di Ifo, Timo Wollmershäuser, nella conferenza stampa di presentazione dei dati, “e la forte ripresa inizialmente prevista per il 2022 sarà ulteriormente posticipata”. Secondo le stime dell’istituto bavarese il Pil tedesco dovrebbe crescere del 2,9% nel 2023, quasi il doppio di quanto previsto a settembre. Nel trimestre in corso, il prodotto interno lordo dovrebbe ridursi dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e ristagnare all’inizio del 2022.

Dalla primavera in poi invece le previsioni si tingono di rosa: “Nell’estate del 2022, con il riflusso della pandemia e la graduale fine dei colli di bottiglia nelle forniture, inizierà una forte ripresa”, ha proseguito Wollmershäuser. È quindi probabile che l’aumento del Pil acceleri in modo significativo con tassi di crescita del 2,3% nel secondo e dell’1,8% nel terzo trimestre del 2022.

Ernesto Preatoni