Il “cavaliere” ha problemi di fibrillazione atriale

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berlusconi
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Problemi serissimi, selettivi e ad orologeria

Che non gli consentono di assistere ad un’udienza del processo che lo vede imputato, men che meno di essere interrogato, ma gli consentono di essere intervistato, di fare riunioni nelle sue megagalattiche ville, di ricevere politici, di programmare fusioni, federazioni ed incorporazioni varie e, nelle more, di incontrare Presidenti della Repubblica, primi ministri in pectore e, poi, incaricati.
Problemi che si presentano, puntualmente, una settimana, al massimo 10 giorni, prima delle udienze e che impediscono, oltre alla sua presenza, lo stralcio del processo riguardante altri imputati e che il processo vada avanti almeno per gli altri. E così ci si avvicina inesorabilmente, al giorno della fatidica, desiderata prescrizione per lui e per tutti gli altri imputati, che del privilegio consentito dal “legittimo impedimento”, non godono.
Perché è il processo in toto che dev’essere cassato. Non importa la probabile condanna del cavaliere nero o, almeno, non solo. Importa che non si sappia mai la verità su di una delle peggiori pagine immorali del tragico libro della politica italiana. Meglio che Spinelli (che pagava gli stipendi) e le Olgettine (che venivano pagate) non depongano. Meglio che la verità, quella vera non quella dei difensori o dei giornali fiancheggiatori, non venga scritta.
Questo è il rispetto della legge che hanno il nanerottolo pedofilo (che qualcuno vorrebbe Presidente della Repubblica) e gli indegni figuri che lo attorniano. Questa è la giustizia che il ventennio berlusconiano ha disegnato e partorito

. E che vogliono tuttavia peggiorare. Lo spettacolo offerto ieri dai lacchè di regime in quella brutta trasmissione condotta da Floris, è tutto lì a dimostrarlo. Meglio lapidare un giudice antimafia, che processare e mettere in galera mafiosi e politici. Il potere non va processato mai. Dobbiamo farcene una ragione, prima che ci scoppi il fegato.

Giancarlo Selmi