Il vertice di ieri tra Berlusconi, Meloni e Salvini

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Aveva lo scopo non dichiarato di racimolare voti per mandare l’ex premier al Quirinale.

Lo scopo manifestato invece è la riduzione delle tasse. Gli 8/9 mld previsti, per la corazzata del centro destra, sono briciole rispetto alle loro proposte di abbassamento delle pressione fiscale per 40, 60, 80 miliardi di cui hanno sempre menato vanto di avere le coperture.
Ma c’è una cosa che non dicono fingendo di non saperla. Il ministro dell’economia Daniele Franco e Garofoli, il potente braccio destro di Draghi, hanno fissato il target sul maggior recupero dell’evasione fiscale a partire dal 2022 che, a conti fatti, significa che si andrà a pizzicare un numero elevato di piccole imprese e professionisti.
Parliamo di 2/3 milioni di partite Iva che riceveranno una letterina dall’agenzia delle entrate che chiederà loro qualcosa da dare al fisco per evitare un accertamento. L’obiettivo minimo del governo è incassare minimo 12 miliardi l’anno a regime.
Sacrosanta la lotta all’evasione, piccola e grande, ma intanto nei documenti la traccia che è ben visibile è quella solita: chiedere qualcosa a tutti i piccoli e restare ambigui sul resto.
Di fronte a queste questioni così importanti, sono offensive le urla scomposte salviniane con le quali millanta attenzione per le piccole imprese e altrettanto oltraggiosi sono gli annunci dei cosiddetti liberali berlusconiani con cui promettono meno tasse.

Barbara Lezzi