La nostra proposta di legge per fermare lo sfruttamento legalizzato dei tirocini

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Spesso dietro a proposte di stage per i giovani studenti si annidano abusi e sfruttamento: ragazzi e ragazze che lavorano a tutti gli effetti senza alcuna retribuzione.

Una pratica ampiamente accettata che quasi mai termina con un’assunzione.

Ma c’è una buona notizia. Abbiamo depositato alla Camera la nostra proposta di legge, primo firmatario il capogruppo in commissione Lavoro Niccolò Invidia, per contrastare questo fenomeno e introdurre tutte le tutele del caso per le ragazze e i ragazzi che intraprendono questo percorso, rendendolo utile al tempo stesso anche per i datori di lavoro, i quali potranno così contare su persone adeguatamente formate, in possesso delle competenze richieste dal mercato del lavoro.

Con questa proposta chiediamo per i tirocinanti una retribuzione lorda minima di 500 euro al mese, un limite temporale alla durata dello stage pari a 6 mesi e il riconoscimento di questo periodo ai fini pensionistici.

Inoltre, vogliamo valorizzare il ruolo del tutor aziendale e sostenere il riconoscimento di 10 crediti formativi universitari che il tirocinante potrà eventualmente spendere e riscattare qualora decidesse di ottenere una nuova laurea. Ancora: vogliamo che almeno un terzo delle ore siano usate per la formazione tecnica, da svolgere in particolar modo sulle nuove piattaforme digitali.

Diciamo basta a sacrifici ingiustificabili. Il tempo dei nostri ragazzi merita di essere valorizzato e tutelato.