LA POLITICA URBANA A MATERA OLTRE I FALSI MITI

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La storia di Matera città più verde d’Italia non è una bugia. È invece falso che il regolamento urbanistico abbia recuperato 315.000 mq di aree verdi intorno ai borghi.

Il RU ha compiuto passi ben più coraggiosi: ha sostituito i tessuti del vecchio PRG con nuove aree verdi per la protezione e la valorizzazione paesaggistica e ambientale dei borghi e ha classificato gli insediamenti come centro storico. Ha compiuto cioè un riconoscimento di valore, non solo storico e architettonico, ma anche testimoniale e identitario per la comunità materana, che da quel momento ha dato vita al nuovo racconto dei Sassi di Matera e della nostra civiltà contadina.

I dati sul consumo di suolo, per i quali l’ISPRA produce la classifica annuale, vede un andamento in crescita per la maggior parte dei 7.904 comuni monitorati (https://www.isprambiente.gov.it/it/events/presentazione-del-rapporto-consumo-di-suolo-dinamiche-territoriali-e-servizi-ecosistemici-edizione-2021) e dunque anche per Matera. È falso affermare che la nuova pianificazione recentemente approvata non abbia agito per contrastare il fenomeno, delineando un quadro netto di maggiore sostenibilità, intesa secondo la moderna accezione del termine, ovvero sociale, economica e ambientale.

Ponendosi questi stessi obiettivi, il Regolamento urbanistico che il Movimento 5 stelle ha fortemente sostenuto nella fase di approvazione, fa scelte coraggiose, quali:

– il perimetro non intacca la zona agricola;

– respinge tutte le osservazioni che proponevano nuova edificazione nello spazio extra-urbano;

– introduce parametri ambientali ed ecologici (indici di piantumazione arborea e arbustiva, indice di permeabilità, criteri premianti per l’edilizia sostenibile…);

– introduce meccanismi per l’acquisizione di aree destinate e verde e attrezzature dai tempi del PRG del 75, mai espropriate, ma da sempre utilizzate nei piani precedenti per il calcolo degli standard, con enorme sacrificio da parte dei cittadini proprietari;

– introduce misure premianti per l’incremento di edilizia residenziale sociale.

Il PRG di Piccinato, sebbene contemplasse oltre 2 milioni di metri quadrati di verde, servizi e parcheggi, era costruito immaginando una città di 84.000 abitanti (sic!), utilizzando inoltre anche una rilevante quota di zone ancora oggi agricole, per il dimensionamento degli standard di piano.

I piani successivi non hanno consumato il suolo del PRG di Piccinato, si sono solo progressivamente ridimensionati su un numero inferiore di abitanti e dunque maggiormente aderente alla realtà, riducendo in maniera corrispondente le quantità di aree a verde, parcheggi e servizi.

Il regolamento urbanistico non è il libro dei sogni, è uno strumento che prova a restituire concretezza a questioni che si trascinano da tempo: capiremo se funziona con la gestione e se così non dovesse essere abbiamo il dovere di ri-orientarlo, di migliorarlo. Ma il problema non risiede certo solo nelle quantità: questa amministrazione sta provando a fare un ragionamento che punti sulla qualità progettuale, sulla rigenerazione e riorganizzazione degli spazi pubblici, sulla salvaguardia del verde esistente e la gestione dello stesso, anche attraverso i patti di collaborazione previsti dal Regolamento dei beni comuni.

Inoltre a breve si inizierà il percorso del piano strutturale comunale che dovrà affrontare sfide all’altezza di questa delicata fase storica per l’Italia e l’Europa. Di certo l’amministrazione Bennardi non si sottrarrà a costruire uno scenario di alto profilo in risposta alla crisi che attraversiamo, ambientale, economica e sociale, con la consapevolezza di dover condividere questo pezzo di strada con i cittadini, i progettisti e gli stake-holders, per costruire una politica che permetta alle cose di accadere. Diversamente sarebbe solo uno slogan.