LA SANATORIA DELLA BELLANOVA È STATA FALLIMENTARE

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Durante la sua carica, il ministro Teresa Bellanova non ha mai perso occasione per ricordare il suo passato di attivista e sindacalista, pensando così ad un provvedimento per i 200.000 braccianti sfruttati nei campi.
Nacque dunque la famosa “sanatoria delle lacrime”.
Oggi possiamo ragionevolmente affermare che si è trattato di un FLOP politico.
In via generale, immediatamente si risconta che quella disposizione, pensata per i braccianti, è stata maggiormente utilizzata da colf e badanti.
Le ragioni del flop?
1. La maggior parte dei richiedenti aveva già un contratto di lavoro;
2. La sanatoria ha messo in difficoltà gli imprenditori agricoli, costretti non solo a pagare 500 € per ogni lavoratore, ma anche un forfait retributivo, contributivo e fiscale, in caso di accertato lavoro nero pregresso: ben 300 € per ogni mese di lavoro nero. Un vero e proprio salasso per chi ha deciso di mettersi in regola.
3. Le procedure burocratiche si sono rivelate farraginose e complesse con la Pubblica Amministrazione in ginocchio e senza unità operative.
IL RISULTATO?
Su 207 mila domande inoltrate solo 1480 permessi di soggiorno sono stati rilasciati dalle Questure.
Durante il suo mandato, il ministro si è vantata dei suoi interventi, autodefinendosi “quella del trattore e non della ruspa”.
Tuttavia, nessuno si aspettava che tale provvedimento fosse in realtà meramente ideologico, che serviva, di fatto, ad aumentare solo il numero dei permessi di soggiorno.
Una soluzione quindi palesemente a danno degli agricoltori italiani, già vessati da tempo dalla pesante crisi economica, abbandonati a loro stessi nella ricerca di una soluzione efficace ai problemi atavici che affliggono il comparto agricolo ormai da generazioni.
Tuttavia, la Bellanova che fa?
Se la prende con il sistema che non avrebbe ritenuta primaria quella disposizione.
Bellanova prenda atto del flop e magari impegnarsi a migliorare l’impianto normativo
Continuerò ad adoperarmi in Commissione agricoltura per porre rimedio a quel flop…che assomiglia tanto ad un fallimento politico!

Saverio De Bonis