LA TECNOLOGIA CI SALVERA’? IDROGENO VERDE DAI QUANTI E DALLA FOTOSINTESI

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L’idrogeno è una risorsa naturale rinnovabile e che non inquina. Se riuscissimo a utilizzare questa tecnologia le energie fossili diventerebbero immediatamente obsolote

Purtroppo oggi l’idrogeno è ottenuta prevalentemente da fonti fossili (idrogeno grigio), soprattutto metano, attraverso processi termochimici a elevato impatto ambientale che consumano molta energia e generano anidride carbonica. L’alternativa è ottenerlo da cellule a combustibile che però necessità di energia elettrica che però in molti casi si può direttamente utilizzare.

Ma stiamo vivendo un periodo di innovazioni tecnologiche enormi ed è di oggi la notizia che, ispirandosi alla fotosintesi delle piante, si può produrre energia pulita partendo semplicemente da acqua e luce solare. In laboratorio è già stata messa a punto la più piccola unità fotosintetica, il quantosoma, responsabile della conversione dei “pacchetti” di energia luminosa (quanti) in energia chimica. E’ formato da un complesso proteico che cattura l’energia solare e da un catalizzatore metallico che genera ossigeno dall’acqua producendo elettroni e protoni che possono essere combinati per formare l’idrogeno.

Sulla scia di questi ultimi studi, è stato recentemente pubblicato il risultato di un esperimento condotto dalla City University di Hong Kong. I ricercatori hanno scoperto che l’effetto di confinamento quantistico in un fotocatalizzatore di una struttura macroporosa ordinata in 3D consente la produzione di idrogeno a partire dalla luce visibile.

Tradotto, significa che è possibile produrre energia dalla scissione dell’acqua atmosferica: è un processo ecologico, senza emissioni di carbonio, e può essere utilizzato per scopi industriali e nelle celle a combustibile per la produzione di elettricità. Hong Kong ha puntato sull’innovazione tecnologica ed ha assunto migliaia di scienziati che stanno cercando “innovazioni”! Insomma ha investito in ricerca cosa che noi non abbiamo fatto negli scorsi decenni. I fondi alla ricerca in Italia sono ripartiti, indovinate un po’, con il Governo Conte.

Mauro Coltorti