L’assurda omertà sulla Banda Bassotti della Regione Lazio

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Sembra la banda Bassotti, quella della regione Lazio. Li pizzicano e stanno tutti zitti. Sott’acqua. Sperando che passi la nottata. E confidano sul silenzio dei consiglieri dell’opposizione.

Un assessore, l’assessore più potente che c’è, quello alla sanità, Alessio D’Amato, deve rispondere di ben 275mila euro alla Corte dei Conti che da quindici anni gli sta alle costole. Ma non si registra una sola parola dopo la denuncia che ieri stava sulla prima pagina – e la seconda e la terza – de Il Tempo. Nessuna smentita. Nessuna querela. Manco al cimitero tanto silenzio.

I fondi di una onlus per pagarsi la campagna elettorale. Una storia che per la Procura della Repubblica di Roma meritava quantomeno il processo per truffa – reato vergognoso per un politico, che pure dovrebbe controllare che altri evitino truffe ad esempio in sanità – ma santa madre prescrizione ha evitato l’accertamento penale. (A me invece capitò di rinunciare alla prescrizione e andai fino in fondo con l’assoluzione in un altro processo. Ma è noto che non siamo tutti uguali).

Nicola Zingaretti avrebbe dovuto sospendere dall’incarico il suo assessore. Poi deve aver pensato che pure lui è nel mirino della Corte dei Conti per il palazzo della Provincia di Roma e quindi se ne sta buonino. Alla regione Lazio sembra davvero di vivere la storia della banda Bassotti.

Ma ora sono le opposizioni alla Pisana a doversi svegliare. Perché non si può vedere lo spettacolo del silenzio in consiglio regionale. E da fuori ieri ha parlato solo il segretario regionale della Lega, Francesco Zicchieri, con una presa di posizione netta, almeno lui: “Non stupisce più il vizietto degli attuali amministratori della Regione Lazio di sperperare fondi pubblici. Dopo il mascherina-gate e l’inchiesta della Corte dei Conti per danno erariale, l’assessore D’Amato dovrebbe dimettersi all’istante, e con lui il governatore Nicola Zingaretti. Non e’ piu’ possibile tollerare che la nostra Regione venga amministrata con tale spregio e mortificazione delle istituzioni. Cittadini, commercianti, imprenditori aspettano da mesi risposte e misure concrete da parte del governi nazionale e regionale per venir fuori dalle secche di questa crisi causata dall’emergenza Coronavirus. Zingaretti e la sua compagnia bella, invece, in tutti questo tempo, hanno pensato soltanto ai fatti loro“.

Poi, null’altro. Silenzio generale. Come se l’assessore alla sanità fosse un intoccabile. Impunità di gregge, viene da pensare…

Magari avranno pensato tutto il giorno a fare verifiche, i consiglieri. Speriamo che oggi le abbiano concluse e decidano di prendere le distanze dallo sperpero di denaro pubblico per fare campagna elettorale. Perché sono soldi dei cittadini.