L’emozione dei Giochi Matematici

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È domenica, e mi sono alzato alle nove

Ieri sono arrivato a casa qualche minuto dopo la mezzanotte, ed ero proprio distrutto. Ma era stata una bella giornata, trascorsa a Miano, all’Università Bocconi, dove ho incontrato tanti vecchi amici e visto tante altre persone per la prima volta. C’erano i Giochi Matematici, ed è stata un’occasione per tornare alla quasi-normalità, con qualche migliaio di ragazze e ragazzi venuti da tutta Italia per le finali italiane, e per annunciare che la finale internazionale si svolgerà in Svizzera.

Ma veniamo a ieri. Come dicevo, è stata un’occasione per incontrare, anche se di sfuggita, tante persone – giovani, genitori, insegnanti – che avevo conosciuto nelle scuole di tutta Italia, e con i quali avevo condiviso gioie di vittorie e amarezze per le sconfitte in tanti anni di gare.

Nelle veloci parole di saluto ho interpretato la gioia di tutti nel poter affrontare le gare in presenza, anche se questo comportava la fatica e la spesa di un viaggio, spesso da città lontane da Milano.

Nel discorso agli insegnanti del professor Guerraggio, che coordina le gare, c’è stata anche una frase che ci ha ricordato le difficoltà provocate dalla guerra, e il fatto che forse alla finale qualche nazione non potrà esser presente. E anche la professoressa Di Sieno, nel premiare i concorrenti della scuola primaria, ha avuto parole per ricordare gli amici delle nazioni che in questo momento sono devastate dalla guerra.

Ma le emozioni più forti sono state senz’altro le premiazioni dei più giovani: quando è stato proclamato il campioncino di quarta della scuola primaria, è corso verso il podio, seguito con difficoltà dalla madre, che non sapeva cosa scegliere, se fotografarlo, abbracciarlo, o asciugarsi le lacrime della contentezza.

Sì, sono solo Giochi Matematici, che qualcuno potrebbe definire “conti”; per noi sono emozioni.

Giorgio Dendi