L’odio per il rdc racconta bene il capitalismo all’italiana

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caporalato

Siamo grati a Guido Barilla, figlio di Pietro, diventato dirigente a 28 anni nell’azienda di famiglia, e al suo accorato appello – via La Stampa – ai giovani

“Non sedetevi su facili situazioni, abbiate la forza di rinunciare ai sussidi facili e mettetevi in gioco” anche “cercando lavori poco remunerati”. Illumina meglio di qualsiasi trattato l’avvenire dell’economia italiana che hanno in mente i nostri capitalisti.
C’è un filo che unisce le campagne estive della grande stampa sulla “carenza” di lavoratori della ristorazione, l’ossessione dei politici per il concetto di divano e le lezioni di vita degli industriali per ius sanguinis: è il Reddito di cittadinanza. Nell’odio per la misura voluta dai 5Stelle si specchia il nostro capitalismo, che consuma pagine a spiegare che il sussidio è sempre brutto se non va all’impresa, cuore del processo produttivo e custode unica delle ricette che servono al Paese. Non è un caso che il Piano di ripresa nazionale (Pnrr) destini quasi 50 miliardi sotto forma di sussidi alle imprese nei prossimi anni.
Viene da chiedersi cosa sarebbe successo se invece di un reddito assai condizionato e perfettibile, come ne esistono in tutta Europa, si fosse approvato un vero reddito di base universale.

Lo sanno, lorsignori, che il 32% dei dipendenti privati (agricoltura esclusa) ha un salario medio inferiore ai 10 mila euro lordi mensili? Che nelle qualifiche più basse è occupato il 34% dei lavoratori (contro il 27% della media Ue)? Produciamo ormai occupazione da Paese emergente.
Queste reazioni isteriche hanno almeno il pregio di esaltare una misura di civiltà, forse la più rilevante dell’ultimo ventennio. Temono che un sussidio in media da 450 euro al mese a beneficiario (550 per una famiglia) inverta la tendenza trentennale di calo dei salari? Bene. Dopo aver messo nel congelatore i paletti al lavoro precario del dl Dignità, è ora il bersaglio grosso, il vero peccato originale dei barbari della politica.
“Si era rotta una diga”, ha detto un imprenditore al Washington Post commentando il mare di curricula ricevuti quando ha alzato da 7 a 15 dollari l’ora il salario offerto. Sia mai accada anche qui, dove andremo a finire.

di Carlo Di Foggia