Meloni: “Berlusconi esce di scena da protagonista. I suoi avversari hanno perso”

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Il ricordo dell’uomo, della sua storia personale, e quello del politico, di come la sua discesa in campo rappresentò una sliding door per un’Italia che sembrava destinata a “una lunga storia di governi di estrazione socialista” e invece conobbe “un’era dell’alternanza”, acquisendo “una dimensione occidentale e contemporanea”

Giorgia Meloni ha voluto ripercorrere la figura di Silvio Berlusconi con un intervento a sua firma sul Corriere della Sera, che parte da una constatazione: “Silvio Berlusconi esce di scena da protagonista”, da vincitore.

Meloni: “Su Berlusconi il giudizio della storia sarà diverso da quello della cronaca”

Per il premier non ci sono dubbi che “il giudizio della storia sarà diverso da quello della cronaca”. Sarà “più sereno, meditato ed equilibrato”. “C’è chi lo ha combattuto politicamente con lealtà e chi invece ha usato mezzi impropri per provare a sconfiggerlo. Anche questo – sottolinea – è un dato sul quale riflettere, per l’oggi e il domani, perché alla fine di questa storia i suoi avversari hanno perso”.

Il rammarico per i tanti “stereotipi” che “si addensano su di lui”

Meloni quindi nella sua lettera ripercorre la storia del Berlusconi imprenditore, dell’uomo che si è fatto da sé, che ha realizzato “quello che è stato chiamato il miracolo italiano” sulle fondamento non di “eredità e lignaggio”, ma di “capacità e intraprendenza”. “Quanti stereotipi su di lui si addensano in queste ore”, si rammarica il premier, ricordando che la storia della famiglia di Berlusconi è stata “quella di tanti italiani che nel Dopoguerra”, che “con pochi soldi e molte speranze, si sono battuti per migliorare la loro condizione e quella dei propri figli”.

Gli italiani lo amavano perché “era uno di loro, uno che ce l’aveva fatta”

È da qui, rileva il premier, che “deriva la naturale empatia che molti italiani provavano per Berlusconi: dall’essere uno di loro, uno che ce l’aveva fatta e che non apparteneva a quei mondi esclusivi e inaccessibili, tipici delle storiche famiglie influenti italiane”. “Berlusconi – aggiunge – è stato il primo della nostra storia repubblicana a diventare presidente del Consiglio dopo essersi affermato nel settore privato. L’imprenditore prestato alla politica che rompeva uno schema ormai consolidato in Italia”.

La “grande colpa che la sinistra non gli ha mai perdonato”

Così “la sua cavalcata nella cronaca è diventata storia”, “il suo modo di essere nella vita privata è diventato una svolta pubblica, una reazione di fronte alla parabola che in Italia stava assumendo la storia dopo il crollo del Muro di Berlino”. Berlusconi, con la decisione di fondare Forza Italia e federare il centrodestra, “ha impedito che i post comunisti prendessero il potere in Italia pochi anni dopo il crollo dell’Unione Sovietica, che aveva sancito la fine del comunismo in Europa”. Ed “è questa, in fin dei conti, la grande colpa che la sinistra non gli ha mai perdonato”.

Meloni: “Berlusconi è stato un formidabile difensore del nostro interesse nazionale”

La discesa in campo di Berlusconi, che “ebbe il tempismo e colse l’attimo”, suscitò l’effetto di accelerare “i processi di trasformazione che erano già in corso a destra e a sinistra”. “Quella che doveva essere una lunga stagione di governi di estrazione socialista, senza reali alternative nel campo moderato, si è trasformata nell’era dell’alternanza al governo tra centrodestra e centrosinistra, dando all’Italia una dimensione occidentale e contemporanea, rafforzando così l’intera Nazione a livello internazionale”. “Della sua figura prevalgono le molte luci, sul piano umano e ancor di più su quello politico, essendo stato da leader di partito e da presidente del Consiglio un formidabile difensore del nostro interesse nazionale e del nostro tessuto produttivo e sociale. È questa – conclude Meloni – la grande eredità che Berlusconi lascia all’Italia. Ne sapremo fare buon uso. Grazie Silvio”.

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