Merkel non nasconde la verità ai tedeschi: “Sarà lunga, Natale con regole Covid”

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“Abbiamo quattro mesi invernali lunghi davanti a noi. La luce alla fine del tunnel è abbastanza lontana”. Nel giorno in cui la Germania inizia un semilockdown che durerà per tutto novembre, Angela Merkel non si nasconde. Parla ai tedeschi con secco realismo, da adulti quali sono, senza indorare la pillola, senza spingersi in un ottimismo che sa di non poter avere. Almeno non per il momento. La Germania, così come l’Europa tutta, ha l’inverno davanti. E non sarà una stagione facile.

Quando mancano meno di due mesi al Natale, la Cancelliera non fa promesse, non illude nessuno. Non sarà una festività come quelle a cui i cittadini sono abituati: “Se ci comporteremo secondo ragione, allora potremo permetterci più libertà a Natale. Non credo che ci potranno essere grandi e rumorose feste di Capodanno. Sarà invece un Natale condizionato dal coronavirus, ma non dovrà essere un Natale in solitudine”.

Il contagio corre in Germania, anche se in misura minore rispetto ad altri Paesi, e la Cancelliera con schiettezza fa capire ai suoi concittadini che è il momento della responsabilità: “Ogni persona ha il potere di trasformare questo mese di novembre in un successo di tutti, in un punto di svolta verso il tracciamento della pandemia”, ha affermato. Si augura che a dicembre il contagio sarà più gestibile, ma non esclude, non può escludere, eventuali misure più stringenti. “Dobbiamo essere coscienti del fatto che ci troviamo in una pandemia, e che si tratta di un evento particolare. Si può probabilmente dire che si tratta di un evento che avviene una volta ogni secolo” . Data la singolarità del momento, l’unica via maestra è la scienza: “Sono una fisica, ho dato molto ascolto alla scienza nella lotta al coronavirus”, ricorda.

I rischi del virus sono elevati per una fetta importante della popolazione tedesca: “La fascia a rischio per il Covid rappresenta fra il 30 e il 50% della nostra società. Non stiamo parlando di una piccola parte di una quota del 2%”. La cancelliera ha ribadito di non condividere l’idea di dover separare le fasce a rischio, come gli anziani, dal resto della società, “mentre gli altri festeggiano”. Se sul presente bisogna restare lucidi, fare il possibile per rallentare il contagio e non abbandonarsi a vane illusioni, al futuro si può guardare con una serenità maggiore: “Non è vero che non abbiamo strategie di lungo periodo”, ha sostenuto la Cancelliera, citando i test veloci, e la prospettiva dei vaccini. “Progressivamente la protezione sarà sempre più efficace”, ha dichiarato. Poi una frase che sa di ammonimento nei confronti di chi nega o minimizza il problema: “Si sa dove porta una crescita esponenziale del virus. Siamo il continente dell’Illuminismo. La matematica è importante”.

Merkel ha affermato di non voler “speculare sul 30 novembre”, quando si prevede che finisca il periodo di semi-lockdwon. Prima c’è un decisivo appuntamento a metà mese, ha ricordato, per vedere se le misure scattate oggi sono state efficaci o no. Obiettivo delle nuove restrizioni è tornare sotto la soglia dei 50 contagi su 100 mila abitanti in sette giorni. Si punta a tornare a un tracciamento efficace. Operazione, questa, che quando il virus galoppa diventa quasi impossibile.

Ma cosa prevedono le misure che sono entrate in vigore oggi in Germania? Fino alla fine del mese dovranno restare chiusi bar, ristoranti, teatri, cinema, sale da concerto, istituzioni culturali e da intrattenimento, centri sportivi e cosmetici. Restano invece aperte le scuole e gli asili, e i negozi, dove vigono regole più severe. Limitazioni per i contatti: in luoghi pubblici non possono incontrarsi oltre due nuclei abitativi, e comunque non più di 10 persone. Le regole sono valide per il tutto il territorio federale. Secondo gli ultimi dati del Robert Koch Institut, sono 12.097 i nuovi contagi registrati nelle 24 ore (numeri che come sempre risentono dell’effetto weekend). Sabato è stato raggiunto il picco di 19.059 nuove infezioni. Dall’inizio della pandemia, su 532.930 contagi sono 10.481 le vittime: un dato non elevato rispetto ad altri paesi. Il governo teme però il progressivo affollamento delle terapie intensive, e con le attuali misure intende abbattere la curva dei contagi, prima che la situazione sfugga di mano.