LETTERA A DONNA GIORGIA

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In un parossismo di corde vocali straziate, l’onorevole Giorgia Meloni ha fatto una gran bella intemerata da pesciarola giovane alla Camera. Momenti avvincenti, che hanno giusto esaltato quel che resta di giornali morti e quel che rimane di twittarole da sempre sadicamente scansate dal talento. Peccato solo che non sia pure arrivato il plauso del Poro Asciugamano: sarebbe stata la degna ciliegina sulla torta-fascia.
Giorgia Meloni, che rispetto a Salvini è Churchill (ma questo, Renzi a parte, rispetto a Salvini e gasparri vale per tutti), poteva in questo tempo straziato distinguersi per senso istituzionale. Ha preferito essere la versione di successo della Santanché: peccato (lo dico per lei). Urlando a caso, Io-Sono-Giorgia è arrivata a sostenere che Conte “pensa alle poltrone” e “a forza di frequentare Xi Jinping si è forse convinto di avere gli stessi poteri?” Battute che avranno reso fiero Littorio Ginger Ale Feltri, che del resto la Meloni voleva al Quirinale nel 2015 (non è una battuta). Con infinito garbo e ancor più infinita misericordia, a Donna Giorgia vorrei dire quanto segue.

– C’è un limite anche al senso del ridicolo. Fermati, prima di divenire una Boschi di destra: nessuno si merita una gogna simile.
– La leader di FratelliDiLaRussa che parla di dittature (?) altrui è come senaldi che accusa un altro di dire troppe cazzate. Via su, Donna Giorgia: abbi dialettica pietà di se stessa.
– Prima di straparlare su Conte e sul suo rapporto con l’Europa, Donna Giorgia ci dica dei suoi rapporti coi sovranisti olandesi, con cui si lascia fotografare garrula, o meglio ancora ci parli della sua stima indefessa per il noto democratico Orban. Tutta gente che, fosse per loro, noi italiani moriremmo nel disinteresse più totale. Alla faccia del nazionalismo meloniano.
– Prima di pontificare sulla democrazia altrui, Donna Giorgia ci dia risposte (accettabili) su quel che Report ha inquietantemente mostrato nella puntata di ieri, in merito al suo partito e a quello del Presbite della Polenta Taragna.
– Prima di cianciare a decibel fuori scala dei comportamenti altrui, Donna Giorgia faccia un bel repulisti liberandosi di tutti gli arrestati & chiacchierati da Nord a Sud dentro FdI; si emancipi una volta per tutte da Berlusconi, di cui fu zelante ministra (quando sdoganarono pure il Mes, ops!) nonché mansueta fiancheggiatrice fino al 2012; e si liberi degli squadristi avvizziti, nonché oltremodo patetici, che ogni giorno ci frantumano le gonadi in tivù.
In fede, eia eia alalà.

P.S. Il 25 aprile lo festeggeremo comunque. Anche quest’anno. Nel vostro partito fatto (non solo) di balilla irrisolti e farinacci mosci, fatevene una ragione.