Nuovo ponte, Bucci: “Le ditte genovesi non partecipano? C’è Fincantieri”

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GENOVA – “Più della metà della costruzione del ponte è stata affidata a Fincantieri, che mi sembra sia una realtà genovese. Oltre 100 milioni. Come si fa a dire che le imprese genovesi non hanno partecipato?”. Così il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione del Ponte Morandi, Marco Bucci, risponde alle rivendicazioni degli edili che lamentano lo scarso coinvolgimento di maestranze locali nei cantieri della Valpolcevera.

Martedì 8 ottobre un ordine del giorno approvato all’unanimità dal consiglio regionale impegna il primo cittadino a fare di più su questo fronte. “Alcuni costruttori hanno partecipato ai bandi di Salini-Impregilo, altri non si sono nemmeno interessati. Capisco chi vuole avere di più, fa parte della sana competitività imprenditoriale. Io sto dalla parte di chi vuole crescere ma non si puo’ pretendere di andare fuori dalle gare, dalle leggi e dalle commissioni. I lavori del ponte sono affidati a Fincantieri e Salini-Impregilo, è con loro che le altre aziende devono fare business. Non sono decisioni della struttura commissariale”, ha proseguito Bucci.

Intanto proseguono i lavori nel cantiere del Ponte per Genova. Lo scorso 1 ottobre le ditte incaricate hanno montato tra le pile 5 e 6 il primo impalcato, ora una nuova tappa si avvicina: “I lavori di ricostruzione del ponte Morandi vanno bene, verso la metà di ottobre saranno installate le ‘alette’ sul primo impalcato. Il ponte è in corsa, dobbiamo mettere in corsa tante altre infrastrutture indispensabili per lo sviluppo di Genova. Mi riferisco ai trasporti urbani di superficie, al nodo ferroviario e alla grande diga del porto di Genova”, ha concluso Bucci.

Sul rispetto della tempistica interviene Alberto Maestrini, direttore generale di Fincantieri e presidente di PerGenova, la società consortile di Fincantieri e Salini Impregilo per la realizzazione del nuovo viadotto sul Polcevera. “Siamo entrati adesso nella fase più critica della ricostruzione, adesso dobbiamo mostrare il rispetto dei tempi, non è più il tempo di parlare ma è il tempo di lavorare e basta. Potremo parlare quando avremo consegnato qualcosa, raggiunto un punto di sviluppo che ci consente di stare tranquilli. Abbiamo varato il primo impalcato il primo di ottobre e questo ci ha dato la misura dei tempi e delle difficoltà. Adesso si tratta di lavorare per rispettare i tempi. Abbiamo un obiettivo e su quello continuiamo a lavorare”, ha concluso Maestrini.