Ieri, mentre il mondo occidentale era distratto dalla trepidante attesa per conoscere il nuovo Presidente degli Stati Uniti e dalla rincorsa al miglior vaccino possibile contro il Covid, un villaggio palestinese è stato raso al suolo.
Le ruspe sono entrate in azione radendo al suolo il villaggio di Khirbet Humsa, ritenuto abusivo dalla controparte israeliana.
Quel che è certo, riprendendo le parole di Yvonne Helle coordinatrice umanitaria ad interim dell’ONU per i Territori Palestinesi, si tratta del più grande caso di trasferimento forzato negli ultimi quattro anni e di una evidente violazione della Quarta convenzione di Ginevra sulla protezione dei civili durante un conflitto.
Se il processo di stabilizzazione e di creazione dei due Stati non partirà quanto prima, i territori interessanti rischieranno di non trovare mai la tanto agognata pace. Nell’era post Covid c’è da augurarsi che, recepito l’insegnamento crudele di questa pandemia, si abbia davvero la volontà di aprire un dialogo serio evitando gesti dispotici e di prepotenza a discapito della popolazione stessa, da una e dall’altra parte!
