Pd: prezzi calmierati per i prodotti sanitari e igienici femminili, abbattere l’Iva

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Il Partito democratico chiede poi all’esecutivo regionale di collaborare con le amministrazioni comunali (con il coinvolgimento dell’Anci) e con le farmacie comunali del territorio per ridurre i prezzi di questo tipo di prodotti

“Prezzi contenuti e promozionali sui prodotti sanitari e igienici femminili”.

A chiedere all’esecutivo regionale, con un’interrogazione, di collaborare con le amministrazioni comunali (con il coinvolgimento dell’Anci) e con le farmacie comunali del territorio per arrivare a prezzi calmierati su questo tipo di prodotti è il Partito democratico, che sollecita anche, in questo caso interpellando il governo nazionale e il Parlamento, la totale detassazione su questi beni essenziali.

Il Pd chiede poi al governo regionale se intenda affrontare e approfondire il fenomeno della “povertà mestruale”, anche attraverso uno studio qualitativo delle fasce economicamente a rischio, nonché prevedere un piano di agevolazioni economiche per l’acquisto di prodotti sanitari e igienici femminili per le fasce più deboli.

I prodotti igienici femminili, si legge nell’atto ispettivo, “sono indubbiamente beni da considerare di prima necessità, senza i quali le donne, durante il ciclo mestruale, non potrebbero condurre le loro normali attività quotidiane”. Nel nostro paese (al contrario di altri paesi Ue), si rimarca nello stesso documento, “i prodotti igienici femminili hanno attualmente un’aliquota Iva ordinaria del 22 per cento (la cosiddetta ‘tampon tax’), riservata ai beni non di prima necessità e ai beni di lusso (non rientrano quindi in quella minima del 4 per cento riservata ai beni primari e neppure in quella ridotta del 10 per cento applicata ad alcuni prodotti alimentari come la birra)”.

In Italia, si rileva poi dal Pd, “è quasi totalmente ignorato il fenomeno ‘period poverty’ (povertà mestruale), ovvero il disagio di non potersi garantire un’igiene adeguata durante tutto il periodo mestruale attraverso appositi dispositivi sanitari e in luoghi idonei”.

Con una risoluzione presentata e approvata in Assemblea legislativa, si legge ancora nell’interrogazione, “a ottobre 2019 si impegnava la Giunta della Regione Emilia-Romagna a sostenere in tutte le sedi l’introduzione dell’aliquota Iva agevolata del 4 per cento per i prodotti per l’igiene intima femminile, compatibilmente con la normativa europea”. Nell’agosto 2018, si aggiunge, “è stato presentato in Senato un disegno di legge recante ‘Disposizioni in materia di riduzione dell’aliquota Iva sui prodotti di igiene intima femminile‘ che non ha ancora trovato approvazione”. Diverse amministrazioni regionale e comunali, si spiega ancora nello stesso documento, “si sono già attivate su questo tema”. Inoltre, si sottolinea nell’atto ispettivo, “in Italia oltre 250mila cittadine e cittadini hanno firmato appelli per chiedere al governo e al Parlamento di abolire o quantomeno ridurre la ‘tampon tax'”.