Pres. Zanin: problema migranti, va modificato il regolamento Dublino

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Trieste –  Giornata di studio presso il Consiglio regionale del Lazio, nel corso della Conferenza delle Assemblee legislative regionali europee (Calre). Il presidente dell’Assemblea del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, ha partecipato al gruppo di lavoro sulle politiche di gestione dei flussi migratori, con particolare riferimento ai minori non accompagnati.

“Solo questa mattina – ha così avuto modo di far presente Zanin -, in Friuli Venezia Giulia abbiamo registrato l’arrivo di una cinquantina di migranti in zona Bagnoli della Rosandra, Comune di San Dorligo della Valle, arrivati lungo la cosiddetta rotta balcanica.

“La legge regionale approvata dal FVG ha anticipato la legge nazionale sull’accoglienza ai migranti. I minori non accompagnati registrati e in affido ai Comuni friulano-giuliani attualmente sono circa 460, e la Regione interviene economicamente a sostenere le spese. Il problema, però – ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale – sta nella loro gestione, perché accade che soprattutto i minori provenienti proprio dalla rotta balcanica, da Kosovo e Albania in primis, vengono letteralmente abbandonati a se stessi, così la Regione se ne deve prendere cura”.

Ecco che per Zanin è necessario modificare il regolamento di Dublino, il 604/2013 Ue che “in concreto definisce quale Paese debba prendere in carico la protezione di un richiedente asilo. Il testo, noto anche come Dublino III, va cambiato facendo sì che la responsabilità dell’accoglienza non sia solo a carico dello Stato di primo ingresso, ma consenta ai minori di raggiungere le famiglie in altri Stati.

“Il problema ormai è noto – ha chiosato Zanin senza nascondere una vis polemica -. È ora che gli Stati e le Regioni europee prendano atto che si sta perdendo tempo prezioso se non per risolvere, quanto meno vagliare concretamente le possibili soluzioni a un fenomeno che va affrontato alla fonte. Perché l’arrivo di queste persone nei Paesi europei è solo la coda di un problema internazionale che ha radici note e sottovalutate da troppi anni”.