Questo è Soros

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È tutta questione di… egoismo.

Qualche riflessione, partendo dalle considerazioni che potete leggere qui.

Esistono al mondo, e quindi anche in Italia, molte persone che sanno scrivere libri, ed alcuni di questi potrebbero davvero essere di notevole impatto educativo. Il mondo dell’editoria è in sé una realtà strana ma, nella nostra nazione, segue gli andamenti generali, ossia si adegua agli atteggiamenti di un’Italia ben conosciuta da tutti noi. Dunque, le grandi case editrici, che devono sostanzialmente fare cassa, e non certo educazione, pubblicano testi che sanno, con molto anticipo, di poter vendere, mettendo in campo una macchina da guerra commerciale di forte impatto e penetrazione sociale. Questo è il caso del libro di Soros.

Scritto questo, valutiamo quale personaggio emerge, dalle anticipazioni che si possono recuperare in rete.

In linea generale, al di là della finta, falsa e fasulla giustificazione teorico-sociale circa l’utilità delle frontiere aperte per la libera circolazione di esseri umani, mi sembra che sia chiara una dimensione talmente esclusiva e finanziaria che ogni considerazione di umanità e solidarietà verso questo individuo appare ridicola. Ciò che a lui interessa, e di cui lui stesso si fa un vanto, è la speculazione sulla pelle degli individui, fingendo di essere un filantropo democratico e progressista. Certo, non possiamo stupirci, perché tale atteggiamento è tipico e storicamente determinato nella compagine democratica mondiale, al punto tale che grazie a lei (anche se con la partecipazione di altre opposte compagini politiche…) il mondo è sempre più catastrofico. Una catastrofe che si rivela in quasi tutti i settori del vivere umano, da quello privato a quello pubblico, con una crisi mondiale di prospettiva realmente solidale.

Se poi pensiamo che un suo grande estimatore, grazie al quale ha ottenuto, il Sig. Soros, la Laurea honoris causa in Economia dall’Università di Bologna, Romano Prodi continua ad essere influente in Italia, non possiamo certo stupirci della speculazione sulla lira, quando siamo entrati nell’Euro. Insomma, le cose che accadono nel nostro mondo, compreso quello italiano politico, sono sempre legate ad una dimensione internazionale e finanziaria oltre ogni nostra immaginazione possibile.

Ecco perché ritengo che l’idea sovranista, così come viene espressa dai politici nazionali, sia deficiente, assurda ed inutile, se non è inserita in questa dimensione, quella globalmente e politicamente rilevante, che ne giustifichi sia i limiti che le potenzialità. Dovremmo cominciare a parlare di un sovranità differenziale, che rispetti tanto le conquiste storico-culturali nazionali quanto il progresso globale di una finanza più umana.

Ma so che parlo al vento, e che le cose non andranno in questa direzione, almeno fino a quando saremo indotti a pensare in questi termini grazie all’intervento di una natura apparentemente matrigna in grado di potare i molti rami secchi che l’umanità mantiene gelosamente sulle piante dei propri soldi.

Alessandro Bertirotti