Risparmio di Gian Maria Gros-Pietro (Presidente di Intesa Sanpaolo)

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Tratto da “ Lessico Finanziario “ di Beppe Ghisolfi – ARAGNO Editore

Il risparmio è reddito prodotto, quindi disponibile, che tuttavia non viene consumato. Il contadino che non consuma tutto il grano raccolto, ma ne conserva una parte per seminarlo in seguito, effettua un risparmio in natura: il suo risparmio è costituito da sacchi di grano. Il lavoratore che guadagna un salario in denaro, e non lo spende tutto, risparmia una somma di denaro. Il risparmio nasce quindi già investito, nella fattispecie della quale era costituita la produzione di reddito da cui esso deriva: sacchi di grano, denaro. Per utilità pratica, quasi tutto il risparmio viene convertito temporaneamente in denaro, che a sua volta verrà riconvertito, prima o poi, nei beni desiderati.

Nel linguaggio corrente per risparmiatore si intende una persona che ha messo da parte una quantità di denaro da utilizzare in futuro, in usi che al momento non sono definiti. Per investitore del risparmio, invece, si intende di solito colui che intende convertire una somma di denaro in una attività, spesso finanziaria, caratterizzata dalla capacità di conservare valore nel tempo, eventualmente di accrescerlo, e magari di generare un piccolo flusso di reddito corrente estraibile. Va quindi sottolineato che l’investimento del risparmio in senso stretto, come sopra descritto, non è altro che la conversione di un risparmio già investito in liquidità, e quindi già soggetto ad alcuni rischi (come minimo l’erosione da inflazione), in altre forme di impiego, in genere più redditizie, ma meno prontamente liquidabili e soggette a qualche rischio in più.

Proteggere il risparmio non si può senza proteggere l’investimento in cui esso si converte. Ma non è possibile scindere il maggior reddito che il risparmiatore si prefigge con l’investimento, rispetto al denaro liquido, dal maggior rischio che ad esso è connesso. La protezione del risparmiatore consiste quindi nel far sì che egli sia reso edotto delle caratteristiche di rischio di ciascun prodotto finanziario, e nell’assicurarsi che egli sia in grado di valutare adeguatamente la combinazione rischio/rendimento che meglio risponde alle sue esigenze: chiunque capisce che un rendimento del 10% è maggiore di uno del 3%, ma non tutti sono in grado di valutare se il maggior rendimento di uno specifico investimento bilancia adeguatamente il maggior rischio che esso comporta. Compito dell’operatore finanziario, spesso una banca, è di assistere il risparmiatore nella scelta di scadenze, rendimenti, gradi di rischio che si adattino al suo reddito, alla composizione attuale del suo patrimonio, alla sua età, ai suoi prevedibili flussi futuri di entrate e di uscite, alla sua situazione famigliare, fiscale, e generale.

È virtuoso il risparmio? Per il singolo sì, perché significa previdenza. Per la collettività ha effetti benefici a certe condizioni. Lo vediamo meglio se immaginiamo una piccola comunità di due naufraghi su un’isola deserta che abbiano deciso di specializzarsi: uno pesca, l’altro coltiva, ottenendo dalla specializzazione delle loro attività una maggiore efficienza di entrambi. Si scambiano i prodotti sulla base di ore di lavoro, rappresentate da conchiglie: il pescatore che vende il prodotto di un’ora di pesca ottiene una conchiglia, con la quale può comprare il prodotto di un’ora di agricoltura. Supponiamo che il “mercato” sia in equilibrio: entrambi lavorano otto ore al giorno, ciascuno consuma il prodotto di quattro ore del proprio lavoro e scambia il prodotto delle altre quattro ore con il prodotto di quattro ore del lavoro del suo compagno.

Introduciamo ora un risparmio virtuoso. Il pescatore va dal coltivatore e gli dice: risparmierò una parte delle conchiglie che tu mi dai, non le userò per comprarti del cibo, ma ti chiederò delle fibre vegetali con le quali costruirò una rete e vivremo meglio. Tutto bene, il prodotto lordo migliorerà perché il contenuto di un’ora di pesca, che continua a valere una conchiglia, sarà più ricco. Immaginiamo invece un risparmio non virtuoso. Il pescatore va dal coltivatore e gli dice: “Ho deciso di risparmiare per il futuro: metterò da parte una conchiglia al giorno delle 4 che mi paghi per il prodotto di 4 delle mie ore di pesca”. Il coltivatore sa che riceverà “dal mercato” solo 3 conchiglie al giorno, quindi riduce di un’ora al giorno la sua produzione, ma anche il suo consumo di pesce, perché ormai può comprarne solo per 3 conchiglie al giorno. Così anche il pescatore dovrà ridurre la sua produzione e il suo reddito, mangerà meno prodotti della terra, ma non risparmierà neanche una conchiglia.

Morale: il risparmio di denaro (conchiglie) è socialmente virtuoso quando viene investito, è invece dannoso se si limita a sottrarre denaro dalla circolazione. Ne consegue l’utilità della funzione della banca, che converte il risparmio dei depositanti in finanziamento degli investimenti di altri soggetti.