Sala appello al Governo: perché Italia si può indebitare per aiuti economici e una città come Milano no?

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Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha commentato su RTL 102.5 la ripartenza della Fase 2, ormai entrata nel vivo da lunedì 18 maggio. “Bisogna tornare al lavoro in fretta”, ha dichiarato, “bisogna sostenere in particolare il tessuto economico fatto di piccole e medie imprese, che stanno soffrendo”. Il primo cittadino ha spiegato che è necessario dar loro ossigeno perché se tornano a lavorare ne beneficia tutta la città. Per questo motivo, Sala ha detto di volersi dimenticare dei conti stretti del proprio Comune e cercare di aiutare tutti quelli che hanno creato, di fatto, la Milano del pre-pandemia. “La politica fa la sua piccola parte, ma i successi li creano i cittadini”.

“La cifra di 3 miliardi non basta”

Il Governo ha stanziato la cifra di 3 miliardi per tutti gli 8mila comuni italiani, per sostenere i servizi che devono garantire ai cittadini. Una cifra che Beppe Sala giudica insufficiente. “A Milano dobbiamo far andare la metropolitana al 20% del servizio, ma con costi pieni, dobbiamo tenere la città pulita e fare politiche di welfare ancora più intense di prima”. La cifra di 3 miliardi non basta e il sindaco di Milano ha aggiunto che ciò che fa arrabbiare tutti i sindaci è che la medesima cifra venga data, a fondo perduto, ad Alitalia. Il Governo si sta indebitando per fare azioni di sostegno al tessuto sociale italiano, con il permesso dell’Unione Europea. Sala ha lanciato dunque un appello: “perché uno Stato di può indebitare e una città come Milano no?”. Il sindaco ha aggiunto che l’Italia parte da una situazione di grave debito, mentre Milano ha ridotto il proprio debito negli ultimi anni da 3,9 a 3,3 miliardi. “Quello che abbiamo fatto siamo riusciti a farlo riducendo il debito, abbiamo partecipazioni in A2A, in Sea, immobili da vendere, dal punto di vista finanziario sarebbe sostenibile”.
Beppe Sala appello al Governo: perché Italia si può indebitare per aiuti economici e una città come Milano no?

“Se Milano riparte, riparte il Paese”

Il sindaco Sala ha ricordato che stiamo vivendo una situazione drammatica e non può più valere l’abitudine di dare pochi soldi agli enti locali. Non si possono prendere tre mesi per risolvere la situazione, ha aggiunto, ma in quindici giorni va trovata una soluzione, come in ogni periodo di crisi. “Su questo farò una battaglia a oltranza, anche perché se Milano riparte, riparte il Paese, ma se non riusciremo è un segno drammatico”. Il primo cittadino ha spiegato di non aver mai chiesto fondi al Governo prima; in una situazione così difficile, però, è obbligatorio tutelare la città.

Beppe Sala ha commentato anche le tensioni politiche interne all’esecutivo, a partire dalle mozioni di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Bonafede. Secondo il primo cittadino, è il momento di serrare le fila, ma ciò non esclude naturalmente la possibilità di fare critiche rispetto a quello che non funziona. “Nella politica si arriva a posizioni di vertice non sempre per merito, non è come un’azienda o come nello sport”, ha detto Sala. Per questo ha fatto appello al premier Conte di riflettere e circondarsi delle teste migliori per affrontare questo periodo drammatico. “Un conto è dire a Conte di riflettere, un conto è imporglielo oggi, questo non si può”, ha specificato il sindaco di Milano. Le critiche sono giuste, ma nel frattempo bisogna continuare a sostenere il Governo, muovendo dei suggerimenti costruttivi.