San Marino apre alla produzione di cannabis terapeutica

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MediJean cannabis plant care technician Misad Shazi sprays water on marijuana plants growing at the medical marijuana facility in Richmond, B.C., on Friday March 21, 2014. The company currently has a license from Health Canada to grow marijuana for research and development purposes. THE CANADIAN PRESS/Darryl Dyck

San Marino apre alla produzione di cannabis terapeutica: un’azione strategica per economia e sanità. L’Italia mercato più promettente

San Marino apre alla cannabis terapeutica. Ieri il Movimento R.E.T.E. – partito di maggioranza attualmente al governo nella Repubblica – ha tenuto un incontro per parlare delle prospettive di produzione del medicinale alle quali si sta avviando il piccolo Stato.

La Repubblica di San Marino ha infatti chiuso in Commissione l’esame del Disegno di Legge per la regolamentazione uso terapeutico di cannabis: un progetto che arriverà nel prossimo giugno alla fine dell’iter legislativo.

Un passo politico volto non solo a normare l’utilizzo terapeutico ma ad aprire le porte alla produzione: “Andremo a dare sollievo ai pazienti sammarinesi e non solo. Ci sarà la possibilità per le strutture private di prendere parte alla produzione, mentre la commercializzazione avverrà attraverso le farmacie dello Stato” ha detto Gloria Arcangeloni, parlamentare del Movimento R.E.T.E, nell’apertura dell’appuntamento.

Al tavolo anche il Segretario di Stato alla Salute, Roberto Ciavatta che ha dichiarato: “È un’occasione importante sia dal punto di vista economico che sanitario per San Marino. Infatti, dal momento in cui abbiamo ipotizzato di diventare un produttore di medicinali cannabinoidi, abbiamo avuto una buona reazione dallo stato italiano. In Italia la domanda è superiore all’offerta e il paese non è nelle condizioni di produrre la necessaria quantità, pertanto vede di buon occhio una collaborazione“.

Il Segretario di Stato ha poi informato di aver già avviato un’interlocuzione con il Ministero della Salute Italiano, la Direzione dell’Ufficio Centrale Stupefacenti e lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze. “In un’ottica di collaborazione – ha spiegato Ciavatta – vorremmo coordinarci con lo Stabilimento di Firenze sulle modalità e tecniche di produzione“.

Infine, il politico sammarinese ha illustrato come il disegno di legge abbia già attratto l’interesse di investitori che hanno espresso la volontà di insediarsi a San Marino per prendere parte alla produzione.

Invitata ad intervenire nel dibattito anche la campagna italiana Meglio Legale che negli scorsi mesi ha raccolto numerose testimonianze di pazienti impossibilitati a ricevere le cure a base di cannabis medica. “Predisponendo un piano di azioni e di interventi finanziari San Marino dimostra non solo di voler approvare una legge ma di volerla rendere immediatamente operativa – ha dichiarato Antonella Soldo, coordinatrice della campagna – Al contrario: in Italia, a 14 anni dalla legge che autorizza la cannabis medica, non si è ancora in grado di soddisfare la richiesta di tutte le persone che ne hanno necessità. Per questo ci sorprende apprendere della disponibilità del Ministero della Salute ad accordarsi su nuove importazioni: si tratta della stessa istituzione che in tutto questo tempo non ha agito per portare la produzione nazionale all’equivalente del fabbisogno“.