Spread redazionale da incubo di Giovanni Perrone

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(giornalista)

Tratto da “ Lessico Finanziario “ di Beppe Ghisolfi – ARAGNO Editore

Nel turbolento, magmatico caos creativo e lavorativo di una redazione giornalistica, in cui sembra impossibile che da lì a poche ore possa poi materializzarsi un razionale, ben confezionato prodotto, uno spauracchio, s’aggira infingardo e sornione a sovreccitare l’apparente, molto spesso studiato aplomb del giornalista: il convegno finanziario. Solitamente si scampa il pericolo, per un ben accolto e mai posto in discussione, diritto di usucapione finanziario riservato al cronista specializzato, l’unico in grado di decodificare il linguaggio esoterico dell’autorevole consesso dei Banchieri. Una sorta di tacito rinnovo che si porta avanti per tutta la carriera vuoi il collega venuto alla luce direttamente nel battistero della CONSOB, o nel più intimo borsino di una banca, un baby broker prescelto fin dal grembo materno, allattato con enormi biberon rinforzati da robuste iniezioni di quantitative easing, vuoi quello folgorato sulla via della Bocconi, dopo un periodo di traviamento trascorso ad inseguir ammiccanti bolle speculative di picaresche storie di corna e tradimenti sotto le lenzuola.

Ma se il prescelto è assente per malattia o in corta?

Che fare?

A chi spetta l’onere, mai l’onore, di seguire l’urticante ancorché soporifero convegno?

Un accorgimento molto infantile, che però non si addice a un compassato editorialista e per lo più di indubbio risultato, consiste nel farsi schermo del monitor del pc, sperando che il Caporedattore, nella sua ricognizione per la ricerca del volontario a cui non è permessa l’obiezione, non si sporga troppo in avanti, ti veda, e si ricordi di te. Un altro meschino escamotage che tuttavia può avere qualche possibilità di riuscita, vede il cronista tutto concentrato su di un pezzo che potrebbe scoperchiare il vaso di Pandora di chissà quali inimmaginabili collusioni tra il potente politico locale e la mafia. Notizie da sparare all’indomani in prima pagina in grado di fagocitare tutto il quotidiano? Roba da sicuro Premio Pulitzer. Vana illusione. Gli occhi scaltri e smaliziati del Capo, lo scorgono e per lui è la fine.

Peggio del crollo di Wall Street. Quella che riteneva una giornata priva di turbolenze esistenzial-borsistiche, si sta rivelando invece più volatile che mai, preda di spregiudicate speculazioni redazionali, capace di trasmettere tossine inflazionistiche irrimediabili, difficili da riportare in segno positivo. Gli toccherà seguire il Convegno. Così depresso come se avesse perso tutte le obbligazioni investite, con un indice emotivo molto volatile, il cronista dall’andamento anomalo, con il trend lento e piatto, si avvia verso il patibolo dell’assise finanziaria. Coltivando ancora pervicacemente in cuor suo, una speranza codarda: la telefonata dell’ultimo momento che lo avvisi dell’avvenuta sospensione della conferenza, per mancanza di liquidità, o meglio per la defezione all’ultimo, dei blasonati relatori. L’ascolto degli interventi, associato al vano tentativo di prender confusi, raffazzonati appunti, gettano nella più nera prostrazione il povero cronista nel frattempo tallonato sadicamente del Gran Capo, sulla tempistica di consegna pezzo. Ma come si potrà, s’interroga il tremebondo, tentare di dare un senso logico, discorsivo e chiaro al pot-pourri di appunti? Discernere tra nozioni tossiche e quelle privilegiate? Dare un senso al pezzo insomma. Anche se un senso logico e compiuto l’articolo non ce l’ha? L’incaglio intellettivo si è materializzato, come farvi fronte? Come rientrare e regolarizzare l’articolo?

Il desiderio di gettar la spugna è grande, col rischio fondato di vedersi revocare tutti gli affidamenti giornalistici in atto. In caso estremo arrivare alla chiusura del contratto e relativa segnalazione ad altre testate giornalistiche, sull’incapacità a rientrare nel pezzo dell’insofferente, incapace, Redattore.

Iniziata male, improvvisa la giornata s’accende con un insperato balzo in avanti delle sue quotazioni, dovute al fortuito ritrovarsi tra le mani del Manuale di educazione finanziaria, creato dalla immaginifica mente del versatile amico e collega Beppe Ghisolfi. Con aria spavalda e sarcastica, il cronista più veloce dello spread, ripiana la disastrata fallimentare situazione. Dopo una rapida full immersion nel glossario dei complessi termini finanziari, in beve redige il suo pezzo, e rigonfio di mal celata autostima, lo invia all’incredulo Capo servizio. Corredato a margine, da esaustive definizioni, copiate di sana pianta dal Vademecum ghisolfiano. E con largo anticipo sul previsto, pronto a godersi il meritato relax nel suo rigoglioso “giardinetto” popolato da ammaliatrici, promettenti Azioni, ad alta redditività.