Tassonomia verde: una mozione per tassare nucleare e gas

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All’interno del processo di regolamentazione in corso sulla tassonomia verde europea, il Governo deve intraprendere quanto prima le iniziative più opportune presso le istituzioni europee al fine di escludere le attività relative all’energia nucleare da fissione e al gas naturale da quelle che si possano definire sostenibili.

È quanto chiediamo all’interno della MOZIONE APPENA PRESENTATA, che mi vede come primo firmatario insieme a tutti i membri del Gruppo 5 Stelle al Senato. Una mozione, che arriva dopo un botta e risposta scaturito a seguito dell’interrogazione parlamentare n. 3-02713 al Ministro della Transizione ecologica, nella quale, oltre a ribadire l’insostenibilità e l’inutilità di affidarsi a nucleare e gas nel percorso intrapreso verso la transizione energetica, si chiedeva al Governo di prendere una posizione al riguardo, così come fatto da numerosi Stati membri dell’Unione europea.

A quell’interrogazione, infatti, il Ministro Cingolani ha risposto esprimendosi favorevolmente nei confronti della richiesta avanzata e dichiarandosi contrario a comprendere nucleare e gas tra le fonti sostenibili nel dibattito europeo sulla proposta di Regolamento relativo alla cosiddetta tassonomia verde. In quella stessa risposta, il Ministro riferiva anche che su questi temi è stata trovata un’ampia convergenza con la Ministra tedesca, tale per cui non si escludono nemmeno iniziative congiunte in sede europea. Precisazioni, quelle del Ministro, delle quali siamo certamente soddisfatti, ma ci aspettiamo che il Governo si esprima al più presto e pensi a un posizionamento ufficiale sul tema, che, da quanto riferito dallo stesso Cingolani, dovrebbe arrivare nel mese di settembre dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).

È chiaro che il nostro auspicio è che il MEF confermi la linea sostenuta dal Ministero della Transizione Ecologica. Gas e nucleare non possono essere considerate fonti sostenibili, il primo per l’effetto serra amplificato che crea e il secondo per i rifiuti che produce e quindi devono essere soggetti a tassazione. A far riflettere, infatti, dovrebbero essere sia i potenziali impatti che il gas comporta sul clima (e per questo la si dovrebbe considerare soltanto una fonte di transizione) sia le numerose difficoltà che stiamo ancora incontrando nello smantellamento delle centrali nucleari italiane inattive da 30 anni e nel trattamento del materiale radioattivo, difficoltà che continuerebbero a peggiorare in caso di realizzazione di nuovi reattori. Il processo di decarbonizzazione in corso si baserà su una progressiva elettrificazione dei consumi e su un mix differenziato in cui, tra gli altri, anche l’idrogeno verde e il biometano potranno dare il loro contributo al raggiungimento dei target al minor costo.

Alla luce di tutto, dunque, ci aspettiamo che il Governo confermi le perplessità manifestate dal MiTE, per i cambiamenti del quadro strategico delineato dall’Europa che ne deriverebbero e per le conseguenze sul posizionamento relativo dei singoli Paesi, e agisca di conseguenza. Si tratta di aspetti che non riguardano solo l’energia, ma molti altri interessi politici e di competitività. Il nostro sistema Paese è dotato di enti e strutture che hanno dimostrato la capacità di saper operare in modo funzionale a un reale processo di costruzione della transizione energetica. Penso all’ENEA, al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), al Gestore dei Servizi Energetici (GSE), a Ricerca Sistema Elettrico (RSE). Un supporto prezioso al quale possiamo affidarci.

Nei prossimi giorni farò di tutto affinché questa mozione e il relativo impegno chiesto al Governo siano condivisi e supportati anche dai colleghi degli altri gruppi parlamentari al Senato per aver il più ampio sostegno possibile.

Di Portavoce Gianni Pietro Girotto