Com’è affollata Venezia…

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Il Commento politico aveva scritto qualche settimana fa che il decreto-legge varato dal governo a proposito della salvaguardia di Venezia non era atto a realizzare

L’obiettivo proclamato di escludere le grandi navi dalla navigazione nella Laguna. C’era il rischio – scrivevamo – che il plauso che aveva accompagnato sulla stampa internazionale l’annuncio del governo si trasformasse in delusione quando le grandi navi da crociera, finita la pandemia, si sarebbero presentate tranquillamente all’imbocco della Laguna e sarebbero sfilate davanti a San Marco e per il canale della Giudecca. Avevamo sostenuto che era necessario che il governo emendasse il testo del decreto o accettasse degli emendamenti, come quelli presentati dal Senatore De Falco, che avrebbero consentito di realizzare l’obiettivo proposto.

Era altresì necessario, come aveva fatto notare il ministro Cingolani, che aveva negato il concerto al decreto, concludere l’iter del progetto che prevede la costruzione di un porto galleggiante fuori dalla Laguna e che è stato già approvato sotto il profilo dell’impatto ambientale. L’esecutivo aveva scartato quei suggerimenti e fatto approvare il testo originario. Puntualmente, sabato scorso una nave da crociera di 92.000 tonnellate ha fatto il suo ingresso trionfale in Laguna passando davanti a San Marco.
Le televisioni e i giornali italiani, con pochissime eccezioni, hanno risparmiato ai loro ascoltatori e lettori lo spettacolo, ma non così la stampa internazionale che ha registrato l’episodio con lo stesso rilievo con il quale aveva riportato l’annuncio del governo sull’esclusione le grandi navi dalla Laguna.

Con il danno incomparabilmente maggiore di confermare la sensazione che in Italia i propositi dei governi raramente si trasformano in fatti conseguenti. Nel momento in cui il presidente del Consiglio è impegnato a recuperare questo gap di credibilità e di affidabilità, l’episodio di Venezia non lo aiuta certamente.
Ora il governo si trova davanti a una difficoltà molto seria, più seria di qualche settimana fa, perché deve risolvere la contraddizione fra un testo di legge che di fatto autorizza per un tempo indeterminato le grandi navi a entrare nella Laguna, e il fatto che lo stesso testo definisce quelle acque “protette”.

Tra l’altro, l’intera zona è tutelata dal vincolo sul canale della Giudecca e sul bacino di San Marco posto a suo tempo dal ministero dei Beni Culturali e che non consentirebbe, già da subito, in alcun modo tali ingressi.

Gregorio de Falco