DOSSIERAGGIO E FAKE NEWS: IL METODO RENZI

0
143
renzi

Insinuazioni, dossieraggio e fake news. È questa la strategia che sarebbe stata portata avanti da Matteo Renzi e dai suoi compari per affossare gli avversari politici

Quello che emerge dalle carte dell’indagine Open lascia di sasso. Non tanto perché aveva come finalità quella di creare attacchi orchestrati ad arte e basati sul nulla, quanto per la pletora di ‘servitori’ che si sono prestati a questa campagna diffamatoria. Fa rabbrividire soprattutto la scarsissima considerazione che Renzi & Co hanno dei cittadini elettori: sostanzialmente degli inconsapevoli da ingannare e meno sono quelli che vanno a votare, meglio è.
Obiettivo primario da colpire è rappresentato dal Movimento 5 Stelle, portando avanti campagne “ ‘allusive’ e intrinsecamente diffamanti”, si legge in una mail indirizzata a condivisa da Renzi, volte in particolare “a distruggere la reputazione e l’immagine pubblica di Grillo, Di Maio, Di Battista, Fico, Taverna, Lombardi, Raggi, Appendino, Davide Casaleggio (e la sua società), Travaglio e Scanzi”. Per farlo, “vanno individuati almeno 2 giornalisti d’inchiesta e un investigatore privato di provata fiducia e professionalità (a costo medio-alto)”. La fake news vanno poi diffuse attraverso “un sito specifico, non riconducibile al Pd né tantomeno a MR, da costruire su un server estero non sottoposto alla legislazione italiana, che raccoglie e pubblica tutto il materiale… da rilanciare poi sui social network”.
Renzi avrebbe condiviso e portato avanti questa strategia quando era leader del Pd… Dal partito nessun commento, ovviamente! Del resto se si ascoltassero alcune intercettazioni pubbliche, ma mai pubblicate, in cui un sindaco del Pd dice che bisogna fare “come in Unione sovietica”, ovvero colpire l’avversario attaccandolo nella sua reputazione, allora si capirebbe che non si tratta di un caso, ma di un metodo.