Nell’omelia della Messa per la commemorazione dei fedeli defunti, nella Chiesa del camposanto teutonico in Vaticano, Francesco fa sue le parole di Giobbe e ricorda che la certezza cristiana della vita nell’Aldilà è un “dono gratuito” di Dio che dobbiamo chiedere. La preghiera nelle Grotte della Basilica per i Pontefici scomparsi
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Nei momenti di gioia e in quelli brutti, nella prova, quando anche la morte si avvicina, “ripetiamo come Giobbe: io so che il mio Redentore è vivo, e lo vedrò con i miei occhi”. Questa è la speranza cristiana, un dono che solo il Signore può darci, se glielo chiediamo. Oggi, “nel pensiero di tanti fratelli e sorelle che se ne sono andati, ci farà bene guardare e guardare su”, ripetendo le parole di Giobbe. E’ il cuore dell’omelia di Papa Francesco, pronunciata a braccio nel corso della Messa per i fedeli defunti, celebrata oggi pomeriggio nella chiesa del Pontificio collegio teutonico di Santa Maria in Camposanto, prima di pregare davanti alle tombe del cimitero vaticano e poi nelle Grotte vaticane, davanti alle tombe dei Pontefici defunti.