Il vaccino in Africa, un fallimento annunciato e pericoloso

0
111

Scorrono le immagini di lunghe file di persone in coda per vaccinarsi contro il Covid-19. Fotografia della imponente campagna di immunizzazione che copre il mondo.

O quasi: in Africa solo il 7,193% ha completato il ciclo vaccinale. In Europa è il 56,372%; nelle Americhe il 61,312%; nel Sud-Est Asiatico il 43,202%. È il retro della fotografia: nella campagna di vaccinazione, l’Africa non c’è.

Altri dati, però, restituiscono un’ulteriore evidenza: dall’inizio della pandemia, i casi di contagio e di morti da Covid in Africa sono stati nettamente inferiori rispetto al resto del mondo, sicuramente sufficienti a sfatare la previsione di una tragedia imminente. Da quando il virus ha cominciato a circolare, nel continente africano sono stati oltre 7,6 milioni i contagi e 159mila le vittime. Numeri neanche minimamente paragonabili a quanto accaduto in Europa (112 milioni di casi e circa 1,7 milioni di morti) o negli Stati Uniti (quasi 60 milioni di casi e 831mila morti).

Quali sono i motivi di questa differenza? Uno studio condotto da alcuni ricercatori canadesi e africani e pubblicato su Global Health: Science and Practice ha provato a rispondere. L’ipotesi più accreditata è quella secondo cui il Covid in Africa non ha impattato così tanto perché la popolazione è più giovane rispetto ad altre aree del mondo. In Uganda, ad esempio, l’età media è di 16 anni, in Italia di 47. Ed è proprio l’età un fattore legato alla tendenza di mortalità globale per il virus: sempre in Uganda i morti per Covid sono stati 3.361, in Italia 139.872.

Lo stesso studio definisce il Sudafrica come un’eccezione. In questo stato, infatti, il Covid ha avuto un’incidenza particolarmente alta di ricoveri e morti: secondo i ricercatori è da attribuire non solo a un’età mediana più elevata (27 anni) ma anche al peso ricoperto da altre patologie, come l’Hiv, la tubercolosi, l’ipertensione o il diabete.