Rinaldi: troppe condizionalità inficiano il Recovery Fund

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Vogliamo proporvi l’intervento di Antonio Maria Rinaldi al parlamento europeo su un tema che avete già visto affrontato diverse volte Su Scenari Economici

Il fatto che il recovery Fund, partito come “Fondo libero”, con poche condizionalità, si sia trasformato in un fondo altamente condizionato dal rispetto di una miriade di obiettivi e di norme europee, tra cui anche gli obiettivi di “Out put Gap” che sono alla base delle politiche di austerità così devastanti, dal 2011 al 2014, per l’economia italiana.

Dall’analisi dei PNRR presentati fino ad ora, si nota che pochi Paesi membri hanno previsto l’attivazione della quota prestiti e per soli 166 Mld.
La motivazione più logica è che il Regolamento di attuazione contiene delle condizionalità ritenute sproporzionate agli obiettivi. Infatti il limite nell’utilizzo è insito nel Regolamento RRF il quale prevede il rispetto delle raccomandazioni del Country Report degli anni 2019/20, precedenti alla crisi innescata dalla pandemia, cristallizzando “de facto” i criteri di calcolo dell’Output-gap inseriti nella CAM riproponendo, fra l’altro, il Patto di Stabilità e Crescita, per ora sospeso, in tutto il suo vigore pro-ciclico con effetti indesiderati sull’occupazione.

La scelta di Paesi “core” come Germania, Francia, Spagna, Belgio, Olanda, Austria ed altri di non richiedere la quota prestiti, ha come ulteriore chiave di lettura gli stringenti vincoli di utilizzo previsti nell’agenda del Next Generation EU. Difatti per le loro tipologie d’investimento, non tarate sulle reali esigenze di crescita post pandemia, non rappresentano sufficienti appeal per essere ritenuti convenienti nell’utilizzo. Ciò ha indotto in alternativa buona parte dei paesi a reperire le risorse in modo autonomo sui mercati finanziari mediante l’emissione diretta di titoli pubblici, senza le sopraindicate condizionalità, a tassi superiori di qualche decina di bp (Basis Point) possibile anche grazie all’azione della BCE con il programma PEPP.

Vorrei concludere ricordando che sono passati esattamente 376 giorni dall’annuncio del programma Next Generation EU, ma ancora non si è visto un solo cent mentre in tutto il resto del mondo già sono stati erogati fiumi di risorse in aiuti come mai nella Storia!