Confindustria giovani: “Dal governo serve più coraggio”

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“Dal governo serve più coraggio perché l’imperativo è crescere: non un ‘c’era una volta’ ma un ‘ci sarà domani'”. E’ il presidente dei giovani imprenditori di Confindustria, Alessio Rossi, conversando con l’AdnKronos, a sintetizzare così le aspettative degli under 40 di Viale dell’Astronomia alla vigilia del tradizionale convegno di Capri. Un esecutivo, dalla nuova maggioranza, “che ha dimostrato una maggiore attenzione verso i ceti produttivi” ma che è ora atteso alla prova di una manovra con cui rilanciare un’economia ancora fortemente in bilico tra stagnazione e recessione. Ma senza un intervento robusto sul fronte fiscale il rischio è di vanificare gli intenti.

“Siamo fiduciosi che con il cambio di maggioranza del governo si possa modificare la rotta e correggere il tiro per far ripartire la crescita; altrimenti questa operazione che non sarà servita a nulla”, spiega ancora Rossi ricordando le forti critiche che i giovani avevano rivolto al governo Conte 1: “troppi slogan e frasi fatte e troppa concentrazione sulla comunicazione più che sulla sostanza e sui risultati”, aggiunge. “Speriamo che questa prima esperienza sia utile almeno ad una parte del governo attuale. Al momento però anche questo esecutivo, nonostante lasci intravedere un senso di responsabilità maggiore, una dialettica più corretta con le parti sociali non sembra mettere sulla crescita quel po’ di coraggio in più che serve”, ammonisce. Nel mirino dei giovani appunto soprattutto il taglio del cuneo fiscale che al momento sembra inadeguato.

“Sinceramente qualcosa di più ce lo saremmo aspettati. La direzione dell’intervento è corretta, l’orientamento è giusto ma l’effetto è troppo debole. Ci vorrebbe più coraggio e più energia su una misura come questa visti anche i risparmi per la scarsa adesione a quota 100 e al Rdc. due misure insostenibili da punto di vista generazionale”, commenta ancora.

“Il taglio del cuneo è importante per mettere qualcosa in più in busta paga ai lavoratori ma con quei 2 mld previsti sinceramente il risultato netto è davvero poco”, aggiunge. E se è positivo l’annuncio del governo di voler condurre una lotta all’evasione senza quartiere, il governo dovrebbe però considerare prioritariamente una politica basata sul conflitto di interesse e non disperdersi su altri interventi.

“Una lotta all’evasione efficace deve consentire ai cittadini di poter detrarre, o dedurre, l’importo di alcune o tutte le spese dalla propria dichiarazione dei redditi. Senza questo non ci sarà mai una vera lotta all’evasione ma solo una caccia alle streghe fatta, di volta in volta, con modalità più pittoresche che non porta nulla”, prosegue Rossi. “Scontrini parlanti, lotterie degli scontrini… oltre a fare un po’ sorridere mi sembrano tutti correttivi che fanno scena ma che poi di sostanza ne hanno ben poca”, dice ancora prosegue bocciando la decisione del governo di ancorare alla lotta all’evasione 7 mld di coperture economiche.

“Andrebbero abolite tutte le coperture che riportino la dicitura lotta all’evasione: sono entrate troppo incerte”, sintetizza. E sempre sul fisco è poi necessario per Rossi riuscire a fare “un ragionamento più ampio e rotondo” anche sulle aliquote Iva per cercare di spezzare almeno parzialmente il giogo delle clausole di salvaguardia che immobilizza risorse consistenti che potrebbero essere utilizzate diversamente. “E’ un bene che il governo al momento abbia scongiurato l’aumento Iva trovando i 23,5 mld necessari a sterilizzare la clausola di salvaguardia ma un aumento selettivo dell’Iva potrebbe essere valutato e calcolato. Capisco che sia una questione di scelte politiche ma è una questione che andrebbe affrontata”.