La lotta alla mafia non c’entra nulla

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L’obiettivo è Bonafede e quindi il Movimento. Siamo alle solite. Vogliono far fuori l’unica forza politica che ha osato dire di no al partito di Berlusconi e Dell’Utri. Tutti gli altri ci sguazzano da sempre. A destra come a sinistra ai tempi degli inciuci. Il parlamento italiano è sempre stato zeppo di mafiosi e di loro referenti anche ad altissimo livello. Mentre i magistrati morivano in nome della legge, la vecchia politica ha fatto sempre il doppio gioco. A Roma come nei comuni di provincia dove i vecchi partiti non hanno mai schifato soldi e i pacchetti di voti sporchi di mafia. Un rapporto consolidato e basato sul mutuo interesse. Dal profondo sud fino al profondo nord. Il virus della mafia ha infettato ogni angolo dello stivale. Per combatterlo serve un rigoroso distanziamento sociale soprattutto da parte della politica. Ma l’unica forza che ha avuto il coraggio di farlo davvero è stato il Movimento 5 Stelle. Selezionando accuratamente i suoi portavoce, cacciando i collusi e rifiutando ogni opacità. Un essere antimafia a fatti, non a chiacchiere. Tutti i giorni. Una linea legalitaria e di assoluta trasparenza portata avanti al governo dal ministro Bonafede, questo mentre Salvini e Meloni sono alleati con Berlusconi che ha pagato la mafia per anni e il cui braccio destro Dell’Utri è stato condannato per associazione mafiosa. Roba che in una democrazia sana Berlusconi e il suo seguito non dovrebbero più mettere nemmeno piede nelle istituzioni. Ed invece sono ancora tutti lì, come nulla fosse. Il suo partito, il suo impero mediatico e i suoi alleati politici Salvini e Meloni che hanno anche il coraggio di spacciarsi come “nuovi” e paladini della legalità. Ogni tanto pizzicano per mafia qualche loro esponente ma ormai la notizia dura qualche oretta. Dal profondo sud come al profondo nord. Mele marce. Normalità. L’antimafia a chiacchiere in attesa che tutto torni presto come prima. A causa della pandemia è scoppiato un caos scarcerazioni a cui Bonafede sta cercando di porvi rimedio. Senza nemmeno leggere le carte, le destre si sono scatenate. Ormai si attaccano a tutto per far cagnara, figurarsi se si facevano sfuggire questa ghiotta occasione. E così siamo al paradosso farsesco, Berlusconi e i suoi alleati che sfiduciano Bonafede con l’appoggio dei giornalai delle lobby. Ovviamente il merito della questione non c’entra nulla, vogliono riprendersi le poltrone e ogni scusa è buona. Quanto alla lotta alla mafia c’entra ancora meno, l’obiettivo è colpire il ministro e quindi il Movimento. L’obiettivo è boicottare il cambiamento e tornare ai bei tempi dell’antimafia a chiacchiere. Davvero un paradosso. Invece di prendere l’esempio e distanziare socialmente la mafia, la vecchia politica vuole far fuori il Movimento. L’unica forza politica che ha osato dire di no al partito di Berlusconi e Dell’Utri.                                                                                                                                     di Tommaso Merlo