Lavoro, l’Inps: “Persi 742mila posti. Crollo assunzioni”. Ecco la vera emergenza!

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742mila posti di lavoro andati in fumo. Un dato che mette davvero paura. E che fa il paio con quello diffuso ieri da Confesercenti: con l’autunno, perderemo circa 90mila imprese. Si prevedono 2 milioni di posti di lavoro a rischio. Questa è la vera emergenza. Non servono proclami, decreti, bonus. Serve un governo che sappia governare. E non è di certo questo. L’Inps ha diffuso i risultati di uno studio realizzato dall’Osservatorio sul precariato. Il saldo annualizzato, cioè la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, è “in progressiva flessione già nel corso della seconda metà del 2019, è divenuto negativo a febbraio (-28.000) ed è rapidamente peggiorato a causa della caduta dell’attività produttiva conseguente all’emergenza sanitaria, passando a -279.000 a marzo e raggiungendo, a fine maggio, il valore di -742.000 posizioni di lavoro, rispetto al 31 maggio 2019″.

L’impatto del Covid-19 – come era ampiamente prevedibile, ed è per questo che lì si doveva intervenire subito – ha fortemente interessato i contratti a termine, accentuandone le tendenze, già in essere, alla flessione. “Il saldo dei rapporti a tempo determinato a maggio 2020 è risultato pari a -552.000. Dati tendenziali significativamente negativi si registrano, sempre a fine maggio, pure per gli intermittenti (-92.000), i somministrati (-155.000) e gli stagionali (-210.000)”.

Quanto al lavoro occasionale, “la consistenza dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (Cpo), a maggio 2020 è di poco superiore alle 9.000 unità (in forte diminuzione rispetto allo stesso mese del 2019, -50%); l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 234 euro”.

Impennata delle richieste di cassa integrazione: dal 1 aprile a fine luglio sono state autorizzate 2,5 miliardi di ore di Cig per emergenza sanitaria. 217 milioni solo a luglio, delle quali il 99,9% aveva la causale Covid. Per avere una idea delle dimensioni basti pensare che nel luglio 2019 le ore di cassaintegrazione autorizzate erano state 8 milioni.