Lunedì mattina di inizio maggio ho vissuto uno dei momenti più amari negli undici mesi da sindaco

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Angosce e il disorientamento di centinaia di lavoratori del commercio, ristoratori, baristi, parrucchieri, tatuatori, estetisti, partite iva in genere che hanno simbolicamente portato le chiavi delle loro attività al primo cittadino sono un fardello pesante per me.

L’emergenza covid-19 ha portato allo stremo queste categorie che nel complesso rappresentano milioni di lavoratori in Italia e devono avere risposte in fretta. Una manifestazione annunciata in tutte le città, necessaria per far alzare il grido di disperazione di tanti lavoratori che ora hanno poche risorse e poche certezze. Li ho aspettati in piazza civica, ho preso la cesta nella quale erano state collocate le chiavi, ho evitato che qualche esponente politico approfittasse in maniera strumentale del momento di rabbia e disperazione della gente livornese e ho fatto salire una delegazione per un incontro capace di chiarire molte cose. Come primo elemento abbiamo spiegato le scelte del Comune di Livorno per alleviare le difficoltà economiche e lavorative di queste persone.

Abbiamo detto loro che in una crisi così profonda le risorse comunali possono incidere si è no al 20% sull’economia generale di ogni singola attività e che il resto, a Livorno come altrove, lo deve mettere in campo il Governo con una manovra epocale e sostenuta dal via libera dell’Europa. Il nostro comunque è un lavoro serio con una manovra legata ad un bilancio che al momento attuale ha pochissime certezze sulla tenuta delle entrate, ma che deve garantire comunque l’equilibrio per la tenuta di tutti i servizi che eroghiamo. Poi abbiamo ascoltato tutti i rappresentanti saliti nella sala consiglio. Da loro sono arrivate richieste chiare. Tra queste quella di anticipare i tempi della riapertura, di avere indicazioni certe sui protocolli legati alla sicurezza e di strutturare il cosiddetto anno bianco fiscale, ovvero l’azzeramento delle tasse per il 2020.

Tutti elementi pienamente condivisibili, che inseriremo in una lettera da indirizzare al Presidente della Regione Rossi ed al Ministero dello sviluppo economico Patuanelli e che rappresenterà il manifesto di un percorso di uscita dall’emergenza covid, un percorso da fare uno al fianco all’altro.