Mentre Grillo litiga con sé stesso, non autorizza la pubblicazione della corrispondenza con Conte

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Né la bozza di statuto presentata dall’ex PdC e tutto il progetto rimane impantanato nella palude dell’ego (o qualcos’altro) dell’elevato

Le destre, più Italia Viva, più Draghi, continuano imperterriti nell’opera di restaurazione voluta da Renzi ed i poteri forti (più o meno occulti) e posta in essere con il palese aiuto del Presidente della Repubblica.
Approfittando della manna mediatica offerta dal diversivo degli europei di calcio e dalle vertigini di cui soffrono i 5 Stelle (ormai, ed è triste constatarlo) allo sbando, il governo del rettile continua nell’opera di demolizione di quanto di buono si era fatto in quel periodo (i governi presieduti da Conte) fra i precedenti governi dei massoni e dei ladri e l’attuale governo (di chi? Fate voi).

Dopo condoni, fondi sottratti a parchi ed oasi naturali, trivelle, azzeramento del cashback, revoca del blocco dei licenziamenti, tentativi (non ancora finiti) di ripristino dei vitalizi, ridimensionamento economico dell’assegno unico, finti scostamenti di bilancio (i ristori? Non pervenuti), aumento del prezzo di luce e gas, strane trattenute sulle pensioni, ponti e grandi opere, sub appalti liberi, codice degli appalti ammorbidito al fine di farne carta igienica, cancellazione o drastico ridimensionamento degli stanziamenti a favore del sud previsti dalla prima versione del Recovery Plan, il rettile ed i suoi pseudo migliori, si apprestano a cancellare la riforma Bonafede sulla giustizia e reintrodurre, anche se surrettiziamente, la prescrizione.

La ormai certa alleanza fra Lega ed i camerieri di Renzi, quel partito che chiamarono Italia Viva e che rappresenta, invece, la morte di tutto, sta preparando i prossimi step: l’elezione del Capo dello Stato e l’eliminazione del Reddito di Cittadinanza. Il tutto fra il silenzio assordante di Letta ed i Renziani del suo partito e la confusione totale dei pentastellati. In questo ormai desolato e desolante panorama, Grillo litiga per gli statuti, fa perdere tempo e pazienza a tutti e non permette la ricostruzione (perché di questo si tratta) del Movimento e l’opposizione di una voce autorevole, quale potrebbe essere quella di Conte, alle mire neo-liberiste del presunto grillino Draghi.
Non c’è più tempo. Bisogna frenare questa deriva. Il tempo delle confusioni è finito. È necessario ed improcrastinabile fare qualcosa e quel qualcosa è fermare Draghi. In qualunque modo.

Va sbloccato l’incarico a Conte e Grillo deve fare un passo indietro, oppure fare un’operazione di chiarezza con Conte protagonista. In ogni caso non dovranno più passare provvedimenti contrari ai principi del Movimento. Stare in questo governo ed avallare quello schifo non è più sostenibile.
Giancarlo Selmi