Migranti, Alarm Phone lancia l’allarme: 110 bloccati

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Nonostante la grande attenzione riservata all’emergenza coronavirus, ci sono altri problemi -seppur minori, ora- di cui l’Italia si deve preoccupare. La questione Migranti è sempre aperta per il nostro Paese, e ieri è arrivata un richiesta d’aiuto.
Migranti, Alarm Phone lancia allarme

Il grido d’allarme arriva nelle prime ore del 14 marzo 2020 da Alarm Phone, il contatto di emergenza di supporto alle operazioni di salvataggio. “Questa notte -scrivono in un tweet- siamo stati contattati da 110 persone in pericolo su un gommone nella zona SAR maltese. Ci hanno detto di essere fuggiti dalla Libia e di essere a mare da più di 30 ore. La barca si sta sgonfiando e hanno bisogno di immediato soccorso!”. Ribattezzato “il centralino dei migranti”, Alarm Phone era “in modalità silenziosa” dai primi di marzo, quando, a causa dell’emergenza coronavirus, gli sbarchi nel nostro Paese erano decisamente diminuiti. Ma, nella notte, la chiamata: si tratterebbe di uomini e donne in fuga dalla Libia che sono in mare da oltre 30 ore e hanno bisogno di “salvataggio immediato”. Alarm Phone ha riferito di aver segnalato la posizione del gommone in pericolo alle autorità , ma di non aver ricevuto nessuna risposta.
Migranti, continuano sbarchi nonostante coronavirus

La domanda viene spontanea: che nonostante il coronavirus riprendano le partenze per il nostro Paese? Difficile trovare una risposta. Quel che è certo ora è che al momento tutte le navi delle Ong sono ferme nei porti, dopo gli sbarchi di fine febbraio. Ma le imbarcazioni minori, o i gommoni viaggiano lo stesso: pochi giorni fa, 85 persone a bordo di 3 imbarcazioni di fortuna sono approdate in una Lampedusa sofravvollata e colpita dal virus, dove già 26 persone sono in quarantena.