MILITE IGNOTO. ZANIN A “IL FIGLIO RITROVATO”: LEZIONE SEMPRE ATTUALE

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Platea gremita al teatro Giovanni da Udine per uno spettacolo che emoziona e fa riflettere

“Il figlio ritrovato”, la rappresentazione teatrale e musicale che celebra il centenario del Milite ignoto, ha richiamato l’attenzione del pubblico friulano, che ha affollato la principale sala del capoluogo friulano per assistere all’unica data in regione dell’evento, organizzato dal Consiglio regionale del Fvg con il sostegno delle Forze armate e del Comune di Udine.

Del resto, come ha sottolineato il presidente dell’Assemblea legislativa, Piero Mauro Zanin, “il Friuli Venezia Giulia è stato uno dei principali protagonisti degli avvenimenti di cent’anni fa. Vaste zone del nostro territorio subirono gli effetti devastanti del primo conflitto mondiale, e Udine in particolare è stata per un certo periodo sede del Comando dell’esercito”.

“Sette delle 11 salme recuperate prima della scelta del Milite ignoto – ha ricordato ancora il presidente – venivano dai nostri campi di battaglia. E non è certo un caso se per rappresentare il dolore di milioni di donne venne scelta una friulana, Maria Bergamas, di Gradisca d’Isonzo, che con la sua storia personale simboleggia la storia dolorosa di queste terre: suo figlio infatti avrebbe dovuto combattere con l’esercito austriaco, disertò e si arruolò sotto la bandiera italiana, trovando poi la morte sulle nostre montagne”.

Un’altra località friulana toccata direttamente dalla storia è Aquileia, dove sono seppellite le salme dei soldati “ignoti” e della stessa Maria Bergamas, l’unica donna che riposa in un sacrario militare italiano. “Proprio da Aquileia – ha sottolineato il presidente Zanin a margine dell’evento – partì il treno con la salma del Milite ignoto, diretto al Vittoriano di Roma. E lungo il tragitto avvenne qualcosa di straordinario: migliaia e migliaia di uomini e donne si recarono nelle stazioni di passaggio per inginocchiarsi e rendere omaggio a quella salma.

Merito di una decisione illuminata da parte dei governanti, che per rappresentare le sofferenze e il sacrificio della guerra scelsero un soldato semplice e senza nome, una persona umile e non un potente”.

È questa, ha ribadito Zanin, “la vera e grande lezione del Milite ignoto: celebrare il sacrificio della gente semplice e avvicinare il popolo alle istituzioni. Una missione che a cent’anni di distanza resta attuale, in questo momento difficile a causa dell’emergenza sanitaria, nel quale si avvertono pericolosi segnali di divisione all’interno della nostra società”.