Rapporto debito pubblico – PIL di Gianfranco Torriero

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vice direttore dell’ABI

Tratto da “ Lessico Finanziario “ di Beppe Ghisolfi – ARAGNO Editore

Per comprendere questo importante indicatore è utile, in prima battuta, analizzare separatamente le due grandezze economiche che lo compongono. Al numeratore del rapporto troviamo il debito pubblico, che rappresenta il debito accumulato dallo Stato nei confronti di altri operatori economici quali famiglie, imprese, banche o stati esteri. Il debito pubblico detenuto da operatori economici di stati esteri è definito debito estero, mentre quello detenuto da soggetti economici nazionali è definito debito interno.

Per capire come si forma il debito pubblico è necessario introdurre il concetto di deficit/surplus pubblico. Come tutti gli operatori economici, il bilancio dello Stato è formato da entrate e uscite. Nello specifico, le entrate pubbliche sono rappresentate prevalentemente dalle tasse e dai contributi previdenziali che i cittadini versano allo Stato. Le uscite pubbliche sono invece rappresentate dai costi che lo Stato sostiene per offrire servizi ai cittadini (sanità, sicurezza, istruzione), per la previdenza e per il servizio del debito (interessi). Quando le uscite superano le entrate si verifica una situazione di deficit del bilancio pubblico e lo Stato è costretto a indebitarsi per reperire le risorse che mancano.

Viceversa, quando le entrate superano le uscite si verifica una situazione di surplus. La somma algebrica dei deficit e dei surplus, che si manifestano nel corso degli anni, forma il debito pubblico: più alto è il debito, maggiori saranno le risorse che lo Stato dovrà stanziare per pagare gli interessi. Al denominatore del rapporto troviamo il Prodotto Interno Lordo (PIL), che rappresenta il valore monetario di tutti i beni e servizi prodotti da un Paese in un determinato arco di tempo. Il debito pubblico viene spesso indicato in rapporto al PIL per mettere in evidenza lo stock di debito accumulato in relazione alla capacità produttiva di un paese. Quindi per confrontare più correttamente Paesi con livelli di debito pubblico e di PIL diversi.

In Italia il livello del rapporto debito/PIL risulta elevato nel confronto internazionale, ed è cresciuto soprattutto negli anni Ottanta del secolo scorso. Nel 1980 il debito pubblico era pari al 54% del PIL ma, solo dieci anni dopo, era salito al 92%. Nel 2000 tale rapporto era arrivato al 110%, per poi scendere al 99,7% nel 2007. A seguito della Grande crisi internazionale scoppiata nel 2008, il rapporto debito pubblico/PIL ha ricominciato a crescere fino a toccare il 132,6% nel 2016. Lo stock di debito, pari a oltre 2.200 miliardi di euro, è detenuto per il 67,2% da operatori residenti e per il restante 32,8% da operatori esteri.