Violentate, perseguitate, ferite, uccise

0
68
boschi

Non siamo vittime di raptus o di un impeto di gelosia, siamo uccise perché donne

Dico “siamo” volutamente perché praticamente ognuna di noi ha vissuto un episodio di molestia o di violenza psicologica o fisica nella sua vita. Dico “siamo” perché ciascuna di noi può diventare una vittima. Ma dico “siamo” perché quello che fanno a una donna in quanto donna, lo fanno a ciascuna di noi. Ogni 72 ore avviene un femminicidio, e noi non possiamo arrenderci davanti a questo massacro quotidiano.
Mi sono sempre battuta da ministra, da parlamentare, da donna per fermare questa strage e vado avanti convinta, perché tante donne ogni anno si salvano grazie alle politiche messe in campo dallo Stato, grazie al lavoro prezioso dei centri anti violenza, grazie soprattutto al coraggio di denunciare.
Abbiamo bisogno di una gigantesca operazione educativa, che parta dalle famiglie e dalla scuola, per insegnare il rispetto dell’altro.
In questa battaglia servono uomini capaci di rappresentare un modello di riferimento positivo, uomini che abbiano il coraggio di dire con forza che la battaglia per i diritti delle donne non è una questione da donne. È una questione di civiltà, di democrazia.
Ogni donna ha il diritto di vivere e vivere da donna libera.
Il 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ci ricorda che la battaglia non è ancora vinta.