Maurizio Landini: «Il governo ci ascolti o ci riprenderemo le piazze»

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È visibilmente commosso Maurizio Landini. A stento trattiene le lacrime quando sale sul palco di Milano

Davanti a lui ci sono oltre duemila tra delegati e delegate arrivati da tutt’Italia. Alle sue spalle si è appena spenta l’immagine di Gino Strada. È al fondatore di Emergency che la Cgil ha voluto dedicare l’apertura dell’assemblea nazionale che dà il via al percorso verso la conferenza di organizzazione. “Ho avuto la fortuna di conoscerlo, di lottare insieme a lui”, spiega Landini, “Ci ha insegnato che bisogna dire sempre di no alla guerra, superarne il concetto stesso come sistema di relazione tra le persone. Come le notizie di questi giorni dimostrano, abbiamo la necessità di realizzare quegli obiettivi” e chiosa il suo personale ricordo con un “grazie Gino, ti abbiamo voluto bene”.

È l’inizio di una giornata dedicata al confronto e alla ripartenza perché “Il domani si cambia oggi”. Oltre ai rappresentanti sindacali in piazza, si collegano con il palco milanese 121 camere del lavoro, 20 sedi regionali, 12 categorie nazionali, il centro confederale e a seguire da remoto ci sono almeno 15mila persone. “La bellezza e la forza di questa nostra organizzazione è che siamo presenti in tutto il Paese, in tutti i comuni, in tutti i territori. Esistiamo – dice Landini rivolgendosi direttamente alla platea – perché ci sono persone che come voi ogni giorno ci mettono la faccia nei luoghi di lavoro, lottano, cercano di tutelare le persone. Il messaggio che vogliamo mandare è che uniti, insieme, siamo una grandissima forza sociale organizzata.

È la nostra storia. Sono poche le organizzazioni che possono vantare di avere più di cento anni, di essere in grande forma e di avere una grande voglia di vivere e di cambiare sostanzialmente le cose”.