Non è vero che, con l’arrivo del Reddito di cittadinanza, sono diventate più difficili le ricerche di personale negli alberghi e nei ristoranti

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Reddito di cittadinanza:

E lo stesso si può dire per tutti quei bonus messi in campo per far fronte all’emergenza Covid

I posti di lavoro rimasti vacanti nelle imprese non sono aumentati rispetto agli scorsi anni. Questo dicono i dati Istat, diffusi ieri, sul secondo trimestre del 2021: la situazione è in linea con i periodi passati, cioè quelli senza sussidi statali. In alcuni casi, anzi, sembra addirittura un po’ migliorata. Comunque, al netto delle piccole oscillazioni, emergono numeri che ancora una volta dicono l’esatto contrario di quanto raccontato per mesi da molti imprenditori, con il megafono offerto dalla grande stampa cui si è unita buona parte della politica italiana, non solo quella di destra.
L’attacco al Reddito di cittadinanza condotto da Matteo Renzi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni – in maniera che appare sempre più coordinata – si basa su un teorema: il sussidio disincentiverebbe il lavoro, spingerebbe le persone a restare sul divano e renderebbe la vita impossibile ai titolari delle aziende, disperati poiché non riescono più ad assumere. Per tutta l’estate sono stati molti i datori, soprattutto nel settore del turismo, che lo hanno affermato occupando titoli di giornale e interi servizi di telegiornale. Esposizione ben inferiore, invece, è stata riservata ai numeri ufficiali che quella narrazione smentiscono nettamente.
La comunicazione orientata di questi mesi ha aumentato la percezione di un fenomeno che nella realtà è molto più contenuto e comunque non può essere ascritto ai sussidi, spesso irrisori e incapaci di disincentivare il lavoro. In genere, l’interesse politico ed economico che si nasconde – e su questo Matteo Salvini è stato esplicito – consiste nel tentativo di trasformare in incentivi alle imprese i fondi che oggi sono destinati al Reddito di cittadinanza.

Roberto Rotunno